Conflitto (1568-1648) ingaggiato dalle Province Unite contro gli Spagnoli per
sottrarsi alla loro sovranità. Inizialmente la guerra, scoppiata in
reazione alla repressione del duca d'Alba, non fu favorevole agli Olandesi.
Guglielmo d'Orange e Luigi di Nassau uscirono sconfitti dalla campagna del 1568,
sia per la scarsa preparazione militare, sia perché non furono appoggiati
dalle masse popolari, che invece scesero in campo nel 1572. La rivolta, partita
da alcune città sembrò preludere alla nascita di uno Stato
indipendente. Al contrario, le divisioni tra protestanti del Nord e cattolici
del Sud, sanate solo momentaneamente, finirono per favorire la causa spagnola
portata avanti da Alessandro Farnese. Dopo la conquista di Anversa (agosto
1585), i ribelli si salvarono grazie al fatto che Filippo II invece di seguire
il consiglio di Farnese, che premeva per la repressione della rivolta, ne chiese
la collaborazione nella spedizione dell'Invencible Armada. Subito dopo gli
Olandesi sconfissero più volte gli Spagnoli sotto la guida di Maurizio
d'Orange: con la conquista di Zutphen, Deventer e Nimega (1591), di Steenvijk e
Coevorden (1592), di Geertruidenberg (1593) e infine di Groninga (1594), si
ricostituì l'Unione delle Province protestanti. Il conflitto
proseguì ancora per qualche anno, in quanto i protagonisti avrebbero
voluto la riunificazione dei Paesi Bassi. Poiché né Maurizio
né Isabella e Alberto d'Asburgo riuscirono a raggiungere l'obiettivo, nel
1609 venne firmata una tregua di 12 anni che sancì lo
statu quo e
che fu rotta in concomitanza con lo scoppio della guerra dei Trent'anni,
portando a parziali modifiche dell'assetto territoriale delle Sette Province, la
cui indipendenza fu riconosciuta dalla pace di Münster (1648) che pose fine
anche alla
g. degli o.