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Otorinolaringoiatrìa.

Ramo della medicina che si occupa delle malattie dell'apparato uditivo e delle vie aeree superiori (naso, seni paranasali, tratto laringotracheale). Sono quindi di sua competenza un gran numero di patologie: dalle affezioni di origine infiammatoria (riniti, sinusiti, tonsilliti, faringiti, ecc.) a patologie di tipo malformativo e traumatologico (corpi estranei, ferite, malformazioni del setto nasale); dai tumori (laringe), alle affezioni di natura degenerativa (labirintosi); senza contare tutte quelle malattie di forte impatto sociale che portano alla sordità o ad alterazioni nell'equilibrio e nel linguaggio. • St. - Le prime descrizioni di affezioni di natura infiammatoria a carico della gola e dell'orecchio, nonché consigli per curare i traumi del naso, si trovano nell'opera di Ippocrate. Il romano Celso (I sec. d.C.), oltre a descrivere le patologie dell'orecchio e delle prime vie aeree, fornì indicazioni terapeutiche che includevano anche interventi chirurgici (tonsillectomia, estrazione di corpi estranei, interventi di chirurgia plastica al naso con il metodo di scorrimento o celsiano). Fondamentale fu l'apporto, a partire dal XVI sec., della pratica delle dissezioni, che fornirono una conoscenza più dettagliata e puntuale dell'organo dell'udito: Vesalio individuò gli ossicini dell'incudine e martello; G. Falloppio il canale che da lui prese il nome; B. Eustachi descrisse il condotto che collega l'orecchio medio al rinofaringe. Nei due secoli successivi gli studi di acustica gettarono le basi della moderna audiologia. In particolare A.M. Valsalva distinse l'orecchio in esterno, medio e interno. In quest'ultimo egli studiò la lamina spirale della chiocciola, suddivise il nervo del labirinto in cinque rami e rilevò la presenza di liquido nel labirinto stesso. Lo studio della fisiologia dell'orecchio fu poi proseguito da G.B. Morgagni, allievo di Valsalva; contributi fondamentali furono quelli dati da A. Corti che, nell'Ottocento, descrisse l'orecchio interno, e da H. von Helmholtz che si occupò di fisiologia della chiocciola. Per quanto riguarda la laringologia, si dimostrarono fondamentali le invenzioni del laringoscopio (M. García, 1854) e del broncoscopio (G. Killian, 1898) e l'impiego dell'intubazione utilizzata per la prima volta nel 1856 da Bouchut. L'o. come specialità medico-chirurgica vera e propria, nacque quindi alla fine dell'Ottocento grazie alla concomitanza di una serie di fattori, quali: le acquisizioni in campo fisiologico, istologico, patologico, microbiologico e chirurgico; la messa a punto di strumenti di indagine funzionale e clinica; il perfezionamento di tecniche operatorie particolari e delle strumentazioni per eseguirle (ad esempio, il microscopio binoculare operatorio ha reso possibili interventi su zone molto circoscritte dell'orecchio interno). Tutti questi fattori hanno consentito di ampliare le possibilità diagnostiche e terapeutiche e hanno dato origine a ulteriori specializzazioni, quali l'audiologia, la foniatria, la otoneurologia, la chirurgia maxillofacciale, la broncoesofagologia, l'o. pediatrica, ecc. In campo diagnostico non va dimenticato l'apporto che è derivato dall'impiego anche in o. dei radioisotopi della medicina nucleare nelle tecniche dell'adenolinfoscintigrafia, della scintigrafia positiva, della scialoscintigrafia morfologica e funzionale. Sempre ai fini diagnostici l'utilizzo dell'elettronica si è rivelato assai utile: così l'uso del computer ha consentito, ad esempio, diagnosi molto precise delle patologie delle vie vestibolari centrali e con la rinoreomanometria si è reso possibile lo studio computerizzato dei flussi d'aria del naso.