Branca della medicina che si occupa della fisiologia e della patologia della
gravidanza, del parto e del puerperio. È legata alla ginecologia, che
studia la fisiopatologia dell'apparato genitale femminile. • Encicl. -
Già nei testi ippocratici si trovano nozioni elementari di
o. Ad
esempio, viene raccomandato il rivolgimento cefalico qualora il feto si trovi in
posizione trasversale. Ippocrate insisteva, poi, sulla necessità
dell'intervento chirurgico nei casi di parto patologico, cioè quando il
parto spontaneo non fosse stato possibile o presentasse dei rischi. Gli scritti
ippocratici non erano comunque privi di errori, che hanno generato convinzioni
distorte perpetuatesi nel tempo: è il caso del feto di otto mesi che si
credeva meno vitale di quello di sette. In generale l'assistenza era lasciata
alle donne, dal momento che lo studio dei fondamenti fisiologici e anatomici
dell'
o. era giudicato indecoroso e quindi trascurato dalla medicina
ufficiale. Vi furono scuole mediche famose, come quella di Alessandria, che
esclusero lo studio della fisiologia ostetrica e proibirono ai medici di
assistere le partorienti. Così fu anche nell'antica Roma, anche se
l'
o. entrò a far parte della chirurgia generale per quanto
riguarda gli interventi operatori. Tra gli studiosi che si occuparono di
problemi ostetrici ricordiamo Cornelio Celso (I sec. d.C.), che introdusse il
rivolgimento podalico a feto morto, e Sorano di Efeso (II sec.) che, oltre ad
eseguire il rivolgimento podalico anche a feto vivo, propose la rottura del
sacco amniotico per accelerare il periodo espulsivo. Nonostante questi
contributi, l'
o. conservò un prevalente carattere di pratica
empirica sino al XVI sec. quando, con la comparsa di approfonditi studi di
anatomia del bacino e dell'apparato genitale femminile, cominciò a essere
considerata una branca della medicina. Nel 1513 comparve il primo trattato di
o.,
Il roseto delle donne gravide e delle levatrici di E.
Rösslin, mentre A. Vesalio pubblicò i suoi studi sull'anatomia del
bacino e dei genitali femminili. Con A. Paré, che perfezionò la
tecnica del rivolgimento podalico, J. Guillemeau e B. Eustachi, che
completò lo studio sull'apparato genitale femminile, l'
o. si
delineò come una branca specialistica della medicina. Nel XVII sec. W.
Harvey si occupò della circolazione placentare e F. Mauriceau si
dedicò alla fisiopatologia del parto. Sempre nel Seicento, venne
inventato il forcipe, anche se il suo uso fu tenuto nascosto per oltre 150 anni,
entrando nell'uso comune solo nella prima metà del Settecento, quando si
cominciò anche a far ricorso al parto prematuro in caso di viziature
pelviche. J.R. Sigault introdusse la sinfisiotomia per facilitare i parti
difficoltosi; E. Rigby distinse le emorragie da placenta previa da quelle da
distacco placentare; J.L. Baudelocque si servì della pelvimetria esterna,
ovvero la misurazione dell'ampiezza del bacino attraverso la misurazione
esterna. Nel 1745, grazie a B. Mosse, venne fondato il Rotunda Hospital di
Dublino, prima vera struttura per maternità. Nel XIX sec. I.Ph.
Semmelweis rilevò la causa dell'infezione nella puerpera e introdusse il
lavaggio delle mani con cloruro di calce prima di ogni visita o intervento,
inaugurando l'assistenza antisettica al parto. J.Y. Simpson usò, per la
prima volta, l'etere per un intervento ostetrico e scoprì anche la
proprietà anestetica del cloroformio, creando la possibilità di
avere un parto indolore, mediante somministrazione intermittente di questa
sostanza. Nella seconda metà dell'Ottocento, si ebbero i primi tagli
cesarei con esiti non letali. Grazie a M. Sänger e G. Leopold, furono
eseguiti con successo i primi cesarei con sutura del miometrio. Nel XX sec. la
mortalità materna legata al taglio cesareo si ridusse notevolmente,
grazie ai progressi in campo anestesiologico, trasfusionale, chemioterapico,
ecc. Gli studi di carattere endocrino e immunitario si sono rivelati
particolarmente utili dal punto di vista pratico: l'individuazione dell'ormone
utero-cinetico ha consentito di utilizzare la tecnica del parto pilotato, ossia
la stimolazione delle contrazioni uterine attraverso l'infusione endovenosa di
ossitocina sintetica. È stato, inoltre, possibile individuare le
incompatibilità tra il gruppo sanguigno materno e quello fetale, curarle
e farne la profilassi (iniezione di gammaglobulina G anti-D alla madre Rh
negativa non immunizzata dopo la nascita di un figlio Rh positivo). È
diventato possibile, infine, riconoscere precocemente la gravidanza attraverso
la rilevazione della gonadotropina corionica nell'urina. Grazie ad alcune
tecniche quali l'ecografia, l'amniocentesi, l'esame dei villi coriali, alcuni
dosaggi ormonali nelle urine e nel sangue, l'
o. è ormai in grado
di seguire lo sviluppo fisiologico del feto, individuando l'eventuale insorgenza
di condizioni patologiche. La sofferenza fetale può essere diagnosticata
e quindi trattata attraverso la registrazione (monitoraggio) continua o
ravvicinata del battito cardiaco del feto, con l'amnioscopia (esame ottico del
liquido amniotico attraverso il polo inferiore delle membrane) o con la
determinazione del grado di acidità del sangue del feto (microprelievi di
sangue dal cuoio capelluto del feto stesso).
"Ostetricia e medicina legale" di Tommaso Feola