Stats Tweet

Ostenda.

Città (68.739 ab.) del Belgio, nella provincia della Fiandra Occidentale, sulla costa del Mare del Nord. • Econ. - Sorta in un'insenatura naturale, è diventata, insieme ad Anversa, un importante scalo portuale soprattutto per l'attività peschereccia (coltura di ostriche e pesca in alto mare) e commerciale (esportazione di prodotti alimentari, importazione di materie prime), nonché per i servizi di navigazione tra Belgio e Gran Bretagna. È sede, inoltre, di industrie navali, alimentari e chimiche. Un discreto introito è fornito dal turismo, legato all'attività balneare e termale. • St. - Sorta nel IX sec. come villaggio di pescatori, nel 1267 ottenne lo statuto di città, grazie all'intervento della contessa Margherita. La pesca e il commercio delle aringhe, che avevano caratterizzato l'economia di O. senza però garantirle la floridezza commerciale degli altri centri delle Fiandre, a partire dal XIV sec. conobbero uno sviluppo notevole, grazie soprattutto a nuovi sistemi di conservazione del pesce. Così, per tutto il XV sec. l'ampliarsi dei commerci fece sì che la città si estendesse notevolmente, in particolare verso Sud. Inoltre il duca di Borgogna Filippo il Buono fece costruire (1446) un porto interno che rese possibile il collegamento fluviale con Bruges e fece erigere una cinta muraria. Durante la rivoluzione dei Paesi Bassi, O. si schierò dalla parte degli insorti, aderendo all'Unione di Utrecht (1579). Dotata di un nuovo sistema di fortificazioni fatto costruire da Guglielmo I d'Orange, capo dell'Unione di Utrecht, la città dovette subire i ripetuti attacchi spagnoli: in particolare il lungo assedio del 1601-04 che si concluse con la distruzione e la resa della città, che entrò a far parte dei Paesi Bassi cattolici. Parte degli abitanti si trasferirono in Olanda e la città vecchia fu abbandonata. Nei secc. XVII e XVIII O. fu coinvolta, insieme al resto delle Fiandre, nelle vicende militari che ebbero come protagonisti Francia, Olanda, Inghilterra, Spagna e Austria finché, con il passaggio dei Paesi Bassi spagnoli all'Impero asburgico (1714), divenne un porto di importanza internazionale al centro di un intenso traffico coloniale, soprattutto grazie alla creazione, per concessione dell'imperatore Carlo VI, della Compagnia per il commercio delle Indie, detta d'O. La Compagnia cominciò a decadere nel 1731, quando l'imperatore decise di revocare i privilegi prima concessi per ottenere da Inghilterra, Francia e Olanda il benestare alla successione della figlia Maria Teresa sul trono imperiale. Una nuova fase di prosperità commerciale si aprì a partire dal 1781, anno in cui Giuseppe II vi istituì il porto franco che, durante il conflitto nord-americano, divenne una importante base commerciale sotto la protezione della bandiera asburgica. All'epoca della Rivoluzione, i Francesi la occuparono e ne mantennero il possesso fino alla caduta di Napoleone (1814). Il trattato di Vienna la assegnò ai Paesi Bassi, dai quali si staccò dopo la rivoluzione del 1830 entrando definitivamente a far parte del Belgio. Durante i due conflitti mondiali O. fu occupata dai Tedeschi e subì danni gravissimi. • Arte - Il nucleo medioevale della città fu abbattuto nel XVII sec. quando, dopo il conflitto contro gli Spagnoli, la città venne ampiamente ricostruita. Lo stile architettonico della Belle Epoque, quando la città fu meta di un turismo d'élite, si può ancora riconoscere in alcuni palazzi e nella passeggiata sul porto dove re Leopoldo II del Belgio fece costruire la sua residenza, lo Châlet Royal, collegata all'ippodromo da una passeggiata coperta, sorretta da 600 colonne doriche. Si ricordano infine il casinò, il Kursaal (1878), distrutto durante la seconda guerra mondiale e ricostruito nel 1950 dall'architetto Stynen, e la chiesa dei SS. Pietro e Paolo, ricostruzione (ad eccezione del campanile) dell'originale gotico distrutto nel 1896.