Chim. - Reazione chimica nella quale si ha un trasferimento di elettroni da una
specie a un'altra. Si tratta di una vasta serie di reazioni che interessano
tutta la chimica, organica e inorganica. Non può essere effettuata
un'ossidazione di una sostanza se non a spese di un'altra che si riduce, e
viceversa. In una reazione di
o., l'agente che ossida (riducendosi) viene
detto
agente ossidante, mentre quello che riduce (ossidandosi) viene
detto
agente riducente. Una stessa specie chimica può essere
agente ossidante o agente riducente, secondo le condizioni in cui viene a
trovarsi. La sua tendenza a ossidare o ridurre altre sostanze è detta
potere ossidante o
potere riducente. Il più comune agente
ossidante è l'ossigeno; oltre a questo sono ossidanti energici anche gli
alogeni, l'acido nitrico, il perossido di idrogeno (acqua ossigenata), il
perossido di sodio, il permanganato di potassio, il bicromato sodico. Fra i
riducenti più energici ricordiamo l'idrogeno, soprattutto allo stato
nascente, come viene generato da un metallo poco nobile in ambiente di acido
forte anche diluito, l'idrogeno solforato, il cloruro stannoso, il cloruro
ferroso, l'acido iodidrico e così via. Le reazioni di
o.
comportano una variazione di numero di ossidazione (abbreviato:
n.o.) per
almeno due elementi chimici. In effetti tutti gli elementi ne ammettono almeno
due, uno dei quali è 0 e l'altro può essere positivo o negativo.
Lo 0 si ha quando l'elemento è allo stato atomico; l'altro stato si ha
nei composti o quando l'elemento è allo stato di ione. L'unica eccezione
è costituita da alcuni gas nobili, che hanno il solo n.o. 0 come unico
stato. Altri elementi, invece, possono avere numerosi stati di ossidazione sia
positivi sia negativi. In generale ogni elemento possiede uno o due stati che
sono più stabili degli altri e tende a reagire in modo da portarsi in uno
di questi. Un particolare tipo di
o. è quello che si ha agli
elettrodi immersi in una soluzione (
ossidazione e
riduzione
elettrodica). In questo caso, se si ha un generatore esterno di forza
elettromotrice collegato a due elettrodi (dei quali quello connesso al polo
positivo del generatore viene detto anodo e l'altro, connesso al polo negativo,
catodo), la reazione complessiva di
o. è divisa in due parti,
ognuna a un elettrodo. Dato che una reazione di ossidazione avviene con un
aumento di n.o., essa genera degli elettroni (uno per ogni punto di variazione
del n.o.); viceversa, la reazione di riduzione assorbe elettroni in uguale
misura. Attraverso il circuito esterno alla cella elettrolitica, gli elettroni
resi disponibili all'anodo vengono convogliati al catodo, dove sono assorbiti
dalla reazione di riduzione. Consideriamo, ad esempio, la reazione di produzione
di cloro Cl
2 e sodio per elettrolisi del cloruro sodico NaCl fuso.
All'anodo avviene la reazione di ossidazione degli ioni cloro Cl esistenti nel
fuso, seguita dalla loro combinazione a dare molecole
Cl
2:
Cl
- → Cl +
e
2Cl → Cl2
avendo indicato con
e un elettrone.
Al catodo avviene invece la reazione di riduzione degli ioni sodio Na(E+)
presenti nel fuso:
Na
2 +
e →
Na
L'insieme delle due reazioni costituisce la seguente reazione di
o.:
2NaCl → 2Na + Cl
2nella quale
il sodio si è ridotto da n.o. + 1 a n.o. 0, mentre l'opposto è
avvenuto per il cloro, che si è ossidato. Consideriamo ora la reazione
opposta di combustione del sodio in atmosfera di cloro:
2Na +
Cl
2 → 2NaCl
È evidente che in questo caso il
sodio si è ossidato da n.o. 0 a n.o. + 1, mentre il cloro si è
ridotto da n.o. 0 a n.o. - 1. In presenza di acido cloridrico, il cloruro
ferroso è ossidato da acido nitrico, in soluzione acquosa, a cloruro
ferrico, secondo la reazione:
HNO
3 + 3FeCl
3 +
3HCl → 3FeCl
3 + 2H
2O + NO
nella quale
l'azoto si riduce a NO. Si tratta sempre di una
o.: l'azoto passa da n.o.
+ 5 a n.o. + 2, mentre il ferro passa da n.o. + 2 a n.o. + 3. Dato che la
variazione complessiva di numero di ossidazione deve essere nulla fra le
sostanze reagenti (a sinistra della freccia di reazione) e i prodotti (a destra
della freccia), per ogni molecola di acido nitrico che reagisce ne devono
reagire tre di FeCl
2, come in effetti avviene. Questo bilancio sui
numeri di ossidazione è molto utile per poter facilmente prevedere i
coefficienti stechiometrici delle specie che partecipano alle reazioni di
o. Ad esempio, la reazione sopra citata può essere scritta in
forma ionica come somma di due semireazioni, una di
ossidazione:
Fe
2+ → Fe
3+ +
ee una di
riduzione:
NO

+ 4H
+
+ 3
e → NO + 2H
2O
La reazione
complessiva può ottenersi per somma delle due; per far sparire gli
elettroni durante la somma occorre però prima moltiplicare per 3 tutti i
coefficienti stechiometrici della prima reazione. Si ottiene
quindi:
3Fe
2+ + NO

+ 4H
+ → Fe
3+ + NO +
2H
2O
che è equivalente alla reazione globale prima
scritta. Talvolta una reazione di
o. si accompagna a una reazione di
altro genere. È, ad esempio, il caso della dissoluzione del rame
metallico da parte dell'acido nitrico, che si può considerare come somma
di due reazioni, precisamente una di
o. e una di associazione tra ioni.
La prima è la seguente:
3Cu +
2NO

+ 8H
+ →
3Cu
2+ + 2NO + 4H
2O
nella quale il rame passa da
n.o. 0 a n.o. + 2, mentre l'azoto passa da + 5 a + 2; per questo motivo
l'
o. è equilibrata se a ogni tre atomi di rame reagiscono tre ioni
NO

: la variazione di n.o.
è allora + 2 · 3 = + 6 per il rame e [(+ 5) - (+ 2)] · 2 = - 6
per l'azoto. Se a questa reazione si accoppia la seguente di
associazione:
Cu
2 + 2NO

→ Cu(NO
3)
2si ha la
reazione completa. Infatti, moltiplicando la seconda per 3 (in modo da far
sparire le specie ioniche) e sommando membro a membro le due reazioni si
ha:
3Cu + 8HNO
3 → Cu(NO
3)
2 +
4H
2O + 2NO
che è la reazione complessiva di
dissoluzione del rame nell'acido nitrico, avendo tenuto conto che questo
è dissociato secondo l'equilibrio:
HNO
3 →
H
+ + NO

I casi di
o. fra specie ioniche sono molto
frequenti anche su scala industriale. Ad esempio, il recupero del rame dalle
soluzioni destinate alla produzione dello zinco elettrolitico viene effettuato
per
cementazione, aggiungendo alla soluzione che lo contiene della
polvere di zinco. Avviene la reazione:
Cu
2+ + Zn →
Cu + Zn
2+Lo zinco si scioglie nella soluzione (e
verrà successivamente depositato al catodo durante l'elettrolisi), mentre
il rame precipita in forma di polvere detta cemento di rame. Analogamente si
può operare con altri metalli. Un metodo per recuperare l'oro dai rottami
dorati consiste, infatti, nella dissoluzione di questo in una soluzione
cianidrica e nella successiva aggiunta di zinco che fa avvenire la
reazione:
2Au
+ + Zn → 2Au +
Zn
2+Si opera con eccesso di zinco, che precipita sul
fondo insieme con l'oro. Successivamente, il cemento precipitato si depura dallo
zinco mediante una reazione di dissoluzione di questo con acido
nitrico:
Zn + 2HNO
3 → Zn(NO
3)
2
+ H
2che è ancora un'
o.: lo zinco passa da
Zn (n.o. 0) a Zn²
+ (n.o. + 2), mentre l'idrogeno passa (in
quantità doppia) da un n.o. + 1 a n.o. 0. ║
Dismutazione:
particolare reazione di
o., nella quale l'elemento che aumenta il suo
numero di ossidazione (cioè si ossida) è lo stesso che lo
diminuisce, cioè si riduce. Ovviamente questo è possibile solo se
almeno due atomi di questo stesso elemento partecipano alla reazione. Un esempio
è dato dalla soluzione di cloro molecolare (n.o. 0) in acqua, che porta
alla formazione di quantità equimolecolari di acido cloridrico HCl (n.o.
- 1) e acido ipocloroso HClO (n.o. + 1, sempre per il
cloro):
Cl
2 + H
2O → HCl +
HClO
Una reazione analoga è data dagli ipocloriti che per
riscaldamento portano a cloruri e clorati secondo una reazione del
tipo:
3KClO → KClO
3 + 2KCl
Il cloro
è passato da n.o. + 1 del KClO a n.o. + 5 nel clorato e n.o. - 2 nel
cloruro. Nel primo caso la variazione di n.o. è stata + 4, nel secondo
è stata - 2, per cui per ogni atomo di cloro che segue la prima strada ne
devono esistere due che seguono la seconda per l'equilibrio della reazione.
Analogamente anche i clorati dismutano secondo una reazione del
tipo:
2KClO
3 → KClO
4 + KCl +
O
2In questo caso il clorato (n.o. + 5) si è
trasformato in perclorato (n.o. + 7) e in cloruro (n.o. - 1), mentre per
equilibrare la reazione due atomi di ossigeno sono passati dallo stato combinato
(n.o. - 2) allo stato libero (n.o. 0). Diverse reazioni di dismutazione sono
pericolose, perché avvengono con decorso esplosivo e possono
autoinnescarsi all'interno di sostanze come quelle sopra considerate.