Che può essere osservato, considerato, esaminato. • Fis. - Termine
usato per indicare grandezze suscettibili di osservazione sperimentale. Indica
anche il simbolo matematico che rappresenta la grandezza stessa, nell'ambito
della meccanica quantistica. Il concetto è stato introdotto soprattutto
per rinunciare a una rappresentazione attraverso modelli dei costituenti
fondamentali della materia, e per consentire una descrizione matematica di essi,
attraverso la quale sia possibile porre in relazione i risultati delle varie
esperienze. Nella teoria di Bohr, si considerava il moto degli elettroni
extranucleari lungo orbite definite e con velocità determinate. Ora,
l'orbita di un elettrone è inosservabile, mentre sono
o. solo la
frequenza e l'intensità della luce emessa da un atomo. Un ente si rende
o. facendolo interagire con qualche cosa che è esterno ad esso. Ma
in questa interazione porta necessariamente una perturbazione nell'oggetto, la
quale può essere trascurabile o no. In altri termini, quando si esegue
una osservazione si effettua una misura che, per effetto di quella
perturbazione, non può mai essere esatta. L'errore può essere
ridotto affinando i procedimenti di misura, ma c'è un limite al di sotto
del quale ciò è impossibile, non per inadeguatezza dei mezzi ma
per intrinseca impossibilità. Più in generale, indicate con
Δx, Δy, Δz le determinazioni delle coordinate di una particella e
con Δp
x, Δp
y, Δp
z quelle dei
relativi impul3i, non è possibile determinare la posizione e l'impulso di
una particella, in un certo istante, con una precisione superiore a quella
stabilita dalle relazioni:
Δx Δpx = h/4π
Δy
Δpy = h/4π
Δz Δpz = h/4π
dove h
è la costante di Planck.