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Origène). Teologo e filosofo greco. Primo grande filosofo del
Cristianesimo, fu uno dei padri della Chiesa. Fu allievo di Clemente ad
Alessandria d'Egitto e forse compagno di Plotino, presso la scuola di Ammonio
Sacca. Iniziò molto giovane a dedicarsi all'insegnamento, avendo ricevuto
l'incarico di preparare i catecumeni da Demetrio, vescovo di Alessandria. Di
ritorno da un viaggio a Roma (212 circa), riorganizzò l'attività
della scuola, affidando i principianti a Eracla e dedicandosi di persona
all'insegnamento della filosofia, della teologia e dell'esegesi biblica agli
allievi di livello avanzato. Nel 230, durante un viaggio che lo aveva portato a
predicare in Palestina, Siria e Asia Minore, ricevette il sacerdozio da due
vescovi amici, Alessandro di Gerusalemme e Teoctisto di Cesarea. Il fatto offese
il vescovo di Alessandria, Demetrio, che dichiarò nulla la sua
ordinazione, espellendolo dalla diocesi.
O. si trasferì allora a
Cesarea di Palestina, dove fondò una scuola che diresse fino alla morte,
la quale continuò anche in seguito a esercitare un notevole influsso
sulla teologia e sulla filosofia antiche. Vittima della persecuzione di Decio,
morì martire.
O. fu autore di numerosissimi scritti. Eusebio parla
di 2.000 libri, Girolamo riporta il titolo di 800 opere, parecchie delle quali
andate perdute a causa delle molte condanne che colpirono le dottrine origeniste
(soprattutto quella dell'imperatore Giustiniano nel 543). Dagli scritti rimasti
è possibile farsi un'idea del pensiero dell'autore, oltre che del suo
modo di scrivere, del tutto alieno dalla ricerca di perfezione stilistica e
formale, ma interessato piuttosto al contenuto dottrinale. È possibile
suddividere gli scritti di
O. in esegetici e biblici, apologetici,
dogmatici e ascetici. Il lavoro esegetico comprende gli
Scolii, brevi
spiegazioni di parole o dei passi più difficili della Bibbia; le
Omelie, discorsi dottrinali e prediche redatte in forma semplice,
destinate all'istruzione dei fedeli; i
Commentarii, ampie esposizioni di
carattere dotto, su importanti questioni teologiche. È andata purtroppo
perduta l'opera denominata
Esapla, impresa gigantesca con la quale
O. si proponeva di redigere un'edizione corretta della Bibbia dei
Settanta (traduzione greca dell'Antico Testamento), comprendente il testo
originale in ebraico, la trascrizione in greco, la traduzione integrata e i
commenti. Al genere apologetico appartengono gli otto libri
Contra
Celsum, miranti a confutare gli attacchi rivolti al Cristianesimo dal
filosofo greco Celso: contro Celso
O. afferma che la migliore apologia
del Cristianesimo è rappresentata dalla sua forza per la redenzione
morale degli uomini e dalla sua vasta diffusione, malgrado le persecuzioni
subite. Hanno invece carattere pratico e ascetico il trattato
Sulla
preghiera e l'
Esortazione al martirio, nonché le due
Lettere rimaste delle numerose scritte. Tra i testi dogmatici, il
più importante è il
De Principiis, che può essere
considerato il primo trattato di teologia dogmatica della tradizione cristiana.
Divisa in quattro libri (concernenti rispettivamente Dio e gli esseri celesti,
il mondo materiale e l'uomo, il libero arbitrio, la Sacra Scrittura), l'opera
intende approfondire i dati della rivelazione mediante l'uso della ragione
teologica.
O. parte dall'idea di Dio, creatore e governatore del mondo,
identificandolo con la Monade, ossia l'entità autonoma di vita,
pienamente spirituale e trascendente. Da Dio procedono il Logos, "figura
espressa della sostanza e sussistenza divina", generato da Dio, e lo Spirito
Santo. Quanto al mondo (esso è opera di Dio, che lo crea per effetto
della sua bontà e onnipotenza),
O. ritiene che, prima del mondo
attuale, ne sia esistito un altro costituito da puri e perfetti spiriti. Avendo
fatto cattivo uso del libero arbitrio, essi si sono macchiati di una colpa che
devono scontare nel mondo materiale, acquistando una consistenza corporea
più o meno opaca. La maggiore o minore trasparenza dei corpi determina
una diversa posizione nella gerarchia delle creature, dagli astri, che occupano
la posizione più elevata, ai minerali terrestri. Ne consegue la
necessità della redenzione del mondo, operata attraverso l'incarnazione
del Logos in Cristo, in cui vi è unità perfetta di anima, corpo e
Logos. Cristo è lo strumento della redenzione del mondo, ma questa non
può compiersi senza la libertà dell'uomo. Collegata a tale
dottrina vi è quella della purificazione, definita
apocatastasi,
(cioè restaurazione di tutte le cose), secondo la quale i demoni e le
anime di coloro che hanno peccato saranno purificate da Dio in un fuoco che
però non durerà in eterno. Una volta purificate, le anime
torneranno a Dio, loro principio, e successivamente si incarneranno di nuovo, in
una serie infinita di mondi che seguiranno a questo, in eterno. Un altro aspetto
rilevante del pensiero di
O. è la teoria dei significati della
Bibbia, secondo la quale nelle Scritture si troverebbero tre diversi tipi di
significato: somatico (letterale o storico-grammaticale), psichico (morale) e
pneumatico (mistico-morale).
O. propone un Cristianesimo ripensato
attraverso i canoni della filosofia classica e la sua dottrina ha il merito di
aver avvicinato la tradizione cristiana a quella del pensiero greco. Fra i suoi
discepoli vanno ricordati Gregorio Taumaturgo, Firmiano di Cesarea, san Dionigi
d'Alessandria e Teofrasto (Alessandria 185 circa - Tiro 254 circa).