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Orto.

Appezzamento di terreno, di solito adiacente alla casa e cinto da un muro, siepe, rete, ecc., in cui vengono coltivati ortaggi e piante da frutto. ║ O. familiare: ha solitamente una limitata estensione, dovendo fornire solo i prodotti sufficienti alle esigenze della famiglia. ║ O. industriale: dovendo produrre quantità molto maggiori, richiede una grande estensione di terreno nonché manodopera e attrezzature adeguate. Nell'uso letterario appare anche come sinonimo di giardino. ║ O. botanico: area nella quale vengono coltivate piante indigene ed esotiche soprattutto a scopo didattico o scientifico. Le piante vi possono essere ordinate seguendo concetti diversi e in dipendenza dell'estensione del terreno e, particolarmente, in base alle esigenze di studio o di insegnamento. Si hanno perciò o. botanici in cui le piante sono suddivise secondo la sistematica (per specie, generi, famiglie, ordini), oppure secondo la provenienza delle piante stesse (criterio fitogeografico), o raggruppando i vari esemplari secondo l'ambiente in cui sono abituati a vivere (criterio ecologico) e creando all'uopo zone boschive, prative, lacustri, rocciose, ecc. In certi o. botanici è stato invece adottato un criterio che riguarda l'utilizzazione delle piante stesse; in tal caso si hanno gruppi di piante alimentari, di piante medicinali, tessili, produttrici di gomme o di resine, e così via. Poiché molte piante sono originarie di paesi tropicali e umidi, se l'o. botanico si trova in una regione dal clima freddo sono necessarie apposite serre o, addirittura, speciali locali coperti capaci di proteggere dai rigori esterni gli esemplari più delicati. Poiché le collezioni devono essere continuamente arricchite di nuovi esemplari, questi vengono procurati per mezzo di spedizioni inviate sul luogo per raccogliere le piante tipiche di quella zona, oppure, più economicamente, per mezzo di scambi di semi o piante tra i vari o. botanici di tutto il mondo. ● Encicl. - Le prime notizie sugli o. per la coltivazione di piante a scopo terapeutico risalgono tra il 5000 e il 1500 a.C. e provengono da India, Cina ed Egitto (celebre il giardino del tempio di Karnak). Ma è nella Grecia classica che fu concepita e realizzata l'idea di un o. per lo studio delle piante, probabilmente nel Lyceum di Atene. Nel Medioevo proseguì la tradizione della coltivazione delle piante officinali presso gli o. dei monasteri benedettini. Nel 1278 in Vaticano, per volontà di Nicolò III venne istituito il Viridarium novum che, una volta annesso all'università di Roma, rappresentò il primo esempio di o. universitario. Nei secc. XV e XVI si assistette alla rinascita degli studi naturalistici. I nuovi o. non furono più chiusi dentro le mura dei monasteri e si estesero su vaste superfici; tra questi, gli o. dei Priuli nel Veneto, degli Acciajoli a Ferrara, di Valle Giulia e del Belvedere a Roma. Quasi contemporaneamente vennero fondati gli o. universitari (o. dei semplici), annessi alle facoltà di Medicina dove era impartito un insegnamento botanico specifico, la lectura simplicium (lettura dei semplici), distinto dalla medicina practica. A Pisa fu istituito nel 1543 il primo o. botanico vero e proprio; seguirono gli o. universitari di Padova (1545), Firenze (1565), Roma (1566), Bologna (1568) e, sull'esempio di quelli italiani, gli o. universitari europei di Leida (1577), Lipsia (1580), Montpellier (1593), Strasburgo (1620), Oxford (1672). Se originariamente gli o. erano istituzioni sussidiarie alla medicina, con la specializzazione delle scienze mediche essi persero in parte questa funzione, per servire allo studio e alla classificazione dei vegetali. Inoltre, a partire dal XVII sec., con l'intensificarsi dei viaggi, cominciarono a rivestire un grande interesse economico e sociale grazie all'acclimatazione in essi di piante sia alimentari sia ornamentali provenienti da tutto il mondo. Nel XVIII sec. la botanica compì grandi progressi nel campo della sistematica e della morfologia delle piante, potenziando e arricchendo contestualmente gli o. botanici. Tra i più celebri citiamo: quello Kew di Londra (1759); l'o. privato Missouri Botanic Garden di Saint Louis (1859); l'Arnold Arboretum dell'università di Harvard (1872); l'o. di Bogor nell'isola di Giava, ricco di piante tropicali; il Giardino botanico Hanbury alla Mortola (Ventimiglia) con il suo patrimonio di piante esotiche provenienti soprattutto dall'Australia, dall'America Centrale e dall'Africa; Villa Taranto a Pallanza (Novara). Oggi gli o. botanici sono beni culturali il cui valore risiede soprattutto nelle loro finalità didattico-educative e di conservazione delle sempre più numerose specie minacciate di estinzione. La conservazione di specie rare esotiche si realizza attraverso collezioni altamente specializzate; per le specie locali si interviene coltivandole nell'o. per poi reintrodurle in natura, oppure in modo più efficiente mediante la gestione diretta da parte dell'o. di aree di vegetazione spontanea dove vivono le specie rare da proteggere. Meno importante è il ruolo che l'o. botanico svolge attualmente nel campo delle scienze pure e applicate. Tuttavia le funzioni scientifiche cui è ancora preposto l'o. botanico riguardano diversi settori: la ricerca tassonomica, volta ad approfondire le affinità e i caratteri delle specie vegetali; la ricerca botanica-agronomica, che si occupa dei problemi genetici ed ecologici delle piante coltivate; la ricerca botanica-farmaceutica, ritornata in auge per l'interesse verso i principi attivi "naturali" dei vegetali; la ricerca ecologica effettuata mediante indagini di tipo fitosociologico ed ecofisiologico, che riveste notevole interesse pratico per la ricostruzione dei paesaggi.