Famiglia nobile romana. La sua storia è strettamente legata a quella del
Papato tra il XII e il XVI sec. Il primo esponente del quale si abbiano notizie
certe è
Orso di Bobone (fine XII sec.), nipote di papa Celestino
III. Nel XIII sec. gli
O. acquisirono quel prestigio che li rese una
delle casate più potenti di Roma.
Matteo Rosso (prima metà
del XIII sec.), nipote di Orso, fu signore di Marino, Mugnano e Monterotondo e
senatore di Roma; egli difese la città da Federico II e sconfisse i
Colonna, schieratisi dalla parte dell'imperatore, dando inizio ai contrasti che
da quel momento opposero le due famiglie, divenute punto di riferimento
rispettivamente dei guelfi e dei ghibellini. Nella seconda metà del XIII
sec. gli
O. dominarono la vita politica romana, grazie a papa
Niccolò III e ai cardinali
Latino Malebranca e
Napoleone. Quando nel 1294 Celestino V rinunciò al pontificato,
gli
O. diedero un contributo decisivo all'elezione, in funzione
antifrancese, di Bonifacio VIII e lo difesero dai Colonna. Morto Bonifacio VIII,
le rivalità interne alla famiglia, che opponevano i cardinali
Matteo
Rosso e
Napoleone, fautore dei Francesi, consentirono l'elezione al
soglio pontificio di Clemente V, con il quale ebbe inizio il periodo avignonese.
Di conseguenza, la posizione degli
O. a Roma si indebolì ed essi,
in difficoltà nei contrasti con i Colonna, si legarono a Roberto
d'Angiò, divenendo suoi vicari in molte città italiane.
L'insurrezione guidata da Cola di Rienzo condusse a una riappacificazione tra
O. e Colonna, che, morto il tribuno nel 1354, divisero tra loro il potere
senatoriale. Tornato a Roma Gregorio XI, gli
O. furono di nuovo i
difensori del Papato, ottenendo in cambio alcuni dei più importanti feudi
della Chiesa;
Nicola (1331-1339) si vide assegnare il governo del
Patrimonio, le città di Ansedonia e Porto Ercole, l'Argentario, oltre a
diritti di pesca e di navigazione.
Paolo (inizi XV sec.) sconfisse il re
di Napoli durante la lotta della Chiesa contro Ladislao e riconsegnò Roma
a Urbano VI, ricevendo altri favori. Il pontificato di Martino V Colonna
segnò un momento di decadenza per la casata rivale, che però
riconsolidò il proprio potere con Sisto IV e Innocenzo VIII, nella
seconda metà del Quattrocento. Nel XV sec. la storia della famiglia fu
caratterizzata dalle lotte con Alessandro VI e con Cesare Borgia, che
tentò di sterminare gli
O. per creare un proprio dominio nella
Romagna e nel Lazio. Morto Alessandro VI nel 1503, però,
Fabio
riuscì a entrare in Roma alla testa di un esercito, sconfiggere le truppe
avversarie e costringere Cesare Borgia a fuggire a Napoli, riconsolidando
così il potere della casata. La politica antifeudale di papa Giulio II
costrinse poi (1511) gli
O. a una riappacificazione solenne con i
Colonna. Nel 1527
Lorenzo, primo condottiero di una fanteria costituita
solo da Italiani, tentò inutilmente di difendere Roma dai Lanzichenecchi.
La casata tornò a godere di grande prestigio con
Camillo
(1492-1559), governatore generale dello Stato della Chiesa, anche se nei limiti
concessi dalla maggior stabilità delle strutture del Papato e
dall'assetto politico introdotto in Italia dalla dominazione spagnola. I
cardinali della famiglia
O. furono numerosi per tutto il Seicento e i
loro domini si estesero anche alla zona di Napoli. Nel 1718 Clemente XI
nominò gli
O. principi assistenti al soglio pontificio e nel 1724
il cardinale
Pierfrancesco venne eletto pontefice con il nome di
Benedetto XIII; egli apparteneva al ramo dei duchi di Gravina, l'unico della
casata attualmente esistente.