Letterato e filosofo italiano. Dapprima insegnante a Torino presso la Casa dei
paggi imperiali, prestò poi la propria opera presso l'Accademia delle
Scienze. Convertitosi alla causa italiana, fu coinvolto nei moti del 1821, pur
senza prendervi parte attiva. Con Santorre di Santarosa andò esule a
Parigi, ove rimase una decina d'anni. Fu rimpatriato nel 1832 a causa di una
grave malattia. Dopo la sua morte, l'amico G. Picchioni curò la
pubblicazione della volgarizzazione commentata dei
Ricordi di Marco
Aurelio, opera che, pubblicata per la prima volta nel 1852, ebbe un buon
successo e conobbe numerose ristampe. I manoscritti di
O. sono andati
perduti: sicuramente comprendevano la versione commentata di due opere di
Jacobi,
Lettere sulla dottrina di Spinoza e
Delle cose divine e della
loro rivelazione. È pervenuta a noi una
Scelta di poesie tratte in
volgare dal greco (1817) e una raccolta di lettere (Caramagna di Saluzzo,
Cuneo 1787 - Torino 1842).