(detto
Filippo Egalité). Uomo politico francese. Pronipote del
reggente, si distinse nella battaglia navale di Ouessant (1778), e fu poi gran
maestro della Massoneria. Filantropo e liberale, difese le ragioni del Terzo
Stato sia all'Assemblea dei notabili del 1788 sia negli Stati Generali dell'anno
seguente, quando scoppiò la Rivoluzione. Fu proprio nel suo giardino che
si radunò, la mattina del 14 luglio, la folla che diede l'assalto alla
Bastiglia. Inviso alla corte della quale derideva pubblicamente pregiudizi e
usanze, fu allontanato dalla Francia col pretesto di una delicata missione in
Inghilterra. Allorché ritornò da Londra, nel 1790, si legò
a Danton e frequentò assiduamente il circolo dei Cordiglieri.
Rinunciò spontaneamente a ogni prerogativa di principe di sangue e
assunse per sé il nome di Filippo Egalité; quando poi si
trattò, alla Convenzione, di votare pro o contro la condanna a morte di
Luigi XVI, l'
O. si pronunciò a favore di un'esecuzione immediata.
I giacobini comunque continuarono a diffidare del suo ambiguo atteggiamento,
sospettando che in effetti il principe mirasse alla Corona e tali dubbi si
rafforzarono in seguito alla fuga del duca di Chartres, suo primogenito, e al
tradimento della causa rivoluzionaria da parte del suo amico Dumouriez. Venne
così tratto in arresto nel suo palazzo e in seguito (settembre 1793)
rinchiuso alla Conciergerie. Condannato a morte dal Tribunale rivoluzionario,
morì sulla ghigliottina il 6 novembre dello stesso anno (Saint-Cloud 1747
- Parigi 1793).