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Orfismo.

Rel. - Movimento religioso di tipo iniziatico della Grecia antica, che fiorì, in particolare, nei secc. VI-V a.C. L'O. prese il nome dal suo mitico iniziatore, Orfeo (V.); questo movimento non riuscì ad imporsi rispetto alla religione nazionale dei Greci, pur influenzando notevolmente la spiritualità ellenica (per esempio Pitagora, Platone). La differenza principale tra l'O. e la religione adottata dai Greci sta nella concezione dei rapporti tra uomo e dio. Per l'O. l'anima umana è di natura divina, la sua tomba è il corpo; la vita è una condizione impura da cui l'anima (attraverso una serie di reincarnazioni e il raggiungimento della purezza tramite l'iniziazione orfica) deve liberarsi, per tornare alla sua condizione divina. ● Arte - Movimento artistico francese sviluppatosi nel secondo decennio del XX sec. Il termine fu usato, per la prima volta, nel 1912 da Guillaume Apollinaire, per indicare le opere di R. Delaunay, nelle quali, partendo da premesse cubiste, l'artista compieva ricerche sulla luce e sul colore. I "cubisti orfici" si distinsero dal resto del gruppo cubista, in quanto essi considerarono il colore molto più importante, rispetto alla scomposizione volumetrica. Altra caratteristica dei "cubisti orfici" è il carattere libero, giocoso e lirico della pittura: carattere che si contrappone nettamente a quello rigorosamente formale di altri cubisti come Braque e Picasso. Il maggiore esponente di questa tendenza artistica è, oltre a R. Delaunay, F. Kupka.