Poeta latino. Compì gli studi alla scuola di grammatica e di retorica,
dove ebbe occasione di studiare i grandi autori greci, in particolare i lirici
Archiloco, Saffo, Alceo, Stesicoro, Anacreonte, Simonide, Pindaro, fonte di
ispirazione, più tardi, per alcuni suoi versi in lingua greca. Si
recò quindi ad Atene: qui si avvicinò alle idee repubblicane ed
anticesariane. Dopo l'uccisione di Cesare
O. si arruolò
nell'esercito di Bruto e vi militò come
tribunus militum. In
seguito alla sconfitta di Filippi (42 a.C.) fu costretto a fuggire e a
rinunciare all'ideale repubblicano. Grazie ad un'amnistia poté fare
ritorno a Roma (41 a.C.) e in seguito riuscì ad avere un impiego nel
pubblico tesoro, come
scriba quaestorius. Studiò la diatriba
stoico-cinica, i poeti giambici greci e in genere la poesia lirica ellenistica
classica e alessandrina. Fu probabilmente in questo periodo di intenso fervore
intellettuale che entrò in contatto con la scuola epicurea di Filodemo a
Napoli e con Virgilio e Varo, i poeti più in vista del momento. Nel 39
a.C. conobbe Mecenate, con cui strinse un'amicizia decisiva per la sua vita.
Assunse un ruolo centrale all'interno del circolo poetico che si raccoglieva
intorno a Mecenate. Entrò quindi in amicizia con Ottaviano, cui rese
omaggio componendo il
Carme secolare (17 a.C.), scritto in occasione dei
grandi ludi secolari. Fu autore di
Epodi,
Odi,
Satire ed
Epistole.
Epodi e
Satire costituiscono la prima fase della
sua produzione. Gli
Epodi sono una raccolta di 17 carmi, con intenzionale
rimando ai 17
Giambi che doveva avere composto Callimaco in epoca
alessandrina. Caratteristica dell'opera è la scelta della
varietas, della diversità di tono, contenuto, stile dei carmi, che
suscita l'impressione di un'apparente disorganicità; alla struttura
dell'opera è tuttavia sotteso un ordine, tale per cui è possibile
individuare tre gruppi di componimenti: sostanzialmente lirici sono cinque
epodi, satirici altri novi, tra cui quelli propriamente giambici, morali altri
tre. La struttura metrica, probabilmente per influenza dello stile alessandrino,
è varia, ma fondamentale è la composizione a coppie di versi
(distici).
O. vuole con questa prima opera ricollegarsi direttamente ai
poeti classici greci. Le
Satire sono disposte in due libri: il primo,
composto tra il 41 a.C. e il 35 a.C., è dedicato a Mecenate e contiene 10
satire; il secondo, scritto tra il 35 a.C. e il 30 a.C., ne comprende otto. I
componimenti, in esametri dattilici, pur non essendo propriamente di tema
politico, mostrano una sensibilità del poeta ai rivolgimenti del suo
tempo. Si delineano a partire da quest'opera alcuni dei tratti salienti della
sua personalità: il senso pratico e la giusta misura, alla base del suo
ideale di saggezza. Con un atteggiamento per lo più riconosciuto dalla
critica come epicureo,
O. addita come piaceri fondamentali quelli
più semplici e immediati, che possono permettere un'esistenza sotto il
segno della misura. La più nota opera di
O. è costituita
dalle
Odi, 103 componimenti di genere lirico. L'ispirazione lirica di
O. giunge qui ad un'assoluta perfezione formale.
O. tocca
più volte il tema della felicità, sentito come problema morale e
motivo filosofico. Felice è colui che riesce a vivere con
semplicità, a conservare l'atarassia, a mantenere la coscienza di se
stesso, a gioire delle piccole cose (è il
carpe diem) pur nella
piena consapevolezza della caducità del tutto. L'ideale collegamento di
O. con i lirici greci è in quest'opera evidenziato dal ricorso
stilistico alla citazione del modello: il poeta premette infatti ai componimenti
uno o due versi della fonte greca, portando così il lettore a seguire il
procedere del carme dal modello ispiratore al suo peculiare e ulteriore
sviluppo. Le
Epistole si ricollegano, per forma e per tono, alle
Satire e vengono, come le precedenti, composte in esametri dattilici e
indicate dal poeta come
sermones. Alcuni componimenti appaiono come vere
e proprie lettere; la scelta di un destinatario ha lo scopo di giustificare il
tono didascalico-morale del testo. Si accentua, per certi aspetti, il sentimento
epicureo della vita, con l'invito ad indulgere il più possibile alle
gioie del presente, in una vita compresa tra l'ansia del futuro e il rimpianto
del passato. La successione cronologica delle opere di
O. mostra il loro
incrociarsi in un cammino alla cui radice sono individuabili la
complessità della figura del poeta e, senz'altro, la sua evoluzione. Si
riconosce un'evoluzione di stili nel passaggio da una produzione satirica
(
Epodi e
Satire) ad una poesia lirica, caratterizzata da raffinata
elaborazione formale (
Odi), per giungere infine ad una produzione di tono
pensoso e meditativo, sostenuta dalla riflessione morale (
Epistole).
L'evoluzione del poeta avviene anche sul piano filosofico, con un progressivo
cammino dalla visione epicurea ad una visione più eclettica, attraverso
il filtro dello stoicismo. Sul piano stilistico, infine, la varietà di
generi e di stili presente soprattutto negli
Epodi, ma caratteristica
dell'intera sua opera, trova un senso e un ordine, decantando nella
tonalità lirica e morale o portando a piena maturazione spunti della
precedente esperienza poetica, in un'opera che nel suo complesso rivela un filo
evolutivo artistico, intellettuale e umano (Venosa, Potenza 65 a.C. - Roma 8
a.C.).