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Opèrcolo.

(dal latino operculum: coperchio). Anat. - Formazione anatomica che protegge e ricopre un'altra struttura, come nel caso della massa cerebrale circostante la scissura di Silvio. ● Zool. - Formazione mobile usata da un organismo per chiudere o aprire una cavità del corpo. Di natura spesso concentrica, questa struttura è comune a molti molluschi gasteropodi. Fissato in genere al piede dell'animale, l'o. è formato da una laminetta di sostanza cornea, di spessore variabile, che il gasteropodo usa per chiudere la propria conchiglia quando si ritrae all'interno. Talvolta ha forma liscia e piatta; in altri casi presenta delle "sculture" (segni in rilievo o incisi sulla superficie della conchiglia e dell'o.); a volte ha l'aspetto di una spirale, come nel caso dell'Astraea rugosa. Anche diversi pesci ossei sono provvisti di pezzi scheletrici opercolari che, situati ai lati della capo, proteggono le camere branchiali; l'o. cutaneo è sostenuto da raggi cartilaginei inseriti sull'arco ioideo. È una specie di lamina libera all'estremità posteriore mentre anteriormente è fissata alle ossa del cranio. Quando l'o. rimane abbassato, esso chiude la cavità delle camere branchiali; quando si solleva, la camera stessa rimane aperta. Il movimento dell'o. è ritmico, cioè esso si abbassa e si alza regolarmente onde facilitare la respirazione. ● Bot. - Sorta di coperchietto che chiude il peridio (il plasmodio già ricoperto dalla membrana involucrale); in sostanza si tratta di quella parte del guscio di un seme che si apre o si stacca al momento della germogliazione; di solito cade all'inizio della deiscenza. Tale coperchietto si trova di solito sulle capsule che contengono i semi dei muschi, delle nepentacee o delle axidi. L'o. è presente anche in molte angiosperme i cui frutti secchi deiscenti sono pissidi, specie di capsule contenenti i semi. In esse l'o. si stacca dalla parte basale dell'urna come succede agli sporoteci dei muschi.