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Opinione.

Giudizio formulato riguardo a particolari fatti, fondato su criteri di soggettività e non di obiettività, quindi per la sua stessa natura passibile di confutazione, contrariamente al suo opposto, la certezza. ║ Il termine assume connotazione negativa per le sue caratteristiche di genericità e mutevolezza, qualora sia contrapposto al concetto di sapere stabile e scientifico (la matematica non è un'o.). ║ Laddove un'o. sia particolarmente radicata si parla di convinzione, soprattutto in campo religioso, morale, politico: bisogna avere il coraggio delle proprie o. ║ Quale espressione del proprio punto di vista: essere dell'o. di. ║ Concetto, considerazione che si ha di una determinata persona: avere buona o. di qualcuno. ║ O. pubblica: l'insieme delle diverse o. individuali circolanti in un determinato ambiente sociale; sistema di convinzioni e credenze manifestato dalla maggioranza della popolazione riguardo ad una determinata questione e, per traslato, la maggioranza stessa. A partire da J. Locke che definisce "governo dell'o." il concetto di democrazia rappresentativa, dando connotazione politica al concetto di o. pubblica, l'espressione diventa oggetto di una serie di studi in campo psicologico, sociologico e statistico. ● Filos. - Nel pensiero filosofico antico il concetto di o., divenuto oggetto di indagine a partire dalla scuola eleatica (VI sec. a.C.), viene inteso costantemente nel significato di esperienza dei sensi, dunque ingannevole, in opposizione all'idea di verità e di ragione. In particolare Parmenide, nel suo poema filosofico Sulla natura, distingue nettamente la realtà sensibile, definita "non essere", in quanto apparenza, inganno dei sensi, mutevolezza, dalla verità, conosciuta da pochi attraverso la ragione, la sola in grado di dominare il mondo dell'o. e del divenire e di intuire che "l'essere è e non può non essere". La concezione parmenidea dell'essere statico ed eterno, contrapposto al mondo dell'o., contraddittorio, mutevole, dunque inaffidabile, influenza il pensiero greco successivo. Dopo la parentesi del relativismo sofistico che, attestato su posizioni scettiche, aveva ridotto ogni sapere all'o., Platone, attraverso la teoria delle idee, ricostituendo una gerarchia rigorosa fra le diverse forme del sapere, colloca l'o. in una posizione intermedia tra la scienza e l'ignoranza, riconoscendole un certo grado di verità. Aristotele rivaluta il mondo sensibile facendone l'unico oggetto dell'indagine filosofica, intesa come scienza dimostrativa che si avvale anche dell'esperienza, data l'impossibilità di dimostrare razionalmente ogni cosa. L'o. diventa elemento importante del pensiero cartesiano: introducendo il criterio del "dubbio metodico" viene proposta la sospensione del giudizio, pur davanti all'evidenza di un'idea, prima che ci si accerti della validità, o dell'illusione, degli oggetti della nostra coscienza, cioè le o. Per Kant l'o. si colloca al di fuori della scienza, anche se può rappresentare un primo passo nell'indagine teoretica: "Opinare è il tenere qualcosa per vero, pur essendo coscienti dell'insufficienza, sia dal punto di vista soggettivo, sia dal punto di vista oggettivo, di questo giudizio". ● Dir. - O. comune: l'espressione, indicante l'o. prevalente delle autorità giuridiche, è impiegata nel linguaggio giudiziario per supportare una determinata tesi. ║ Reati d'o.: categoria di reati riguardanti una manifestazione del pensiero. Storicamente hanno rappresentato uno strumento di repressione degli Stati assoluti e dei regimi totalitari contro qualsiasi forma di atteggiamento ideologico che contrastasse con l'autorità dominante. Nel vigente ordinamento costituzionale la sanzione penale si applica solo nei casi in cui il reato d'o. si configuri come strumento di aggressione, e non sia una semplice manifestazione del pensiero; è il caso dell'apologia di reato, dell'oltraggio a pubblico ufficiale, e dei reati di vilipendio, per il loro carattere denigratorio. ● Stat. - Sondaggio d'o.: indagine condotta su un gruppo ristretto di persone, definito campione, con lo scopo di individuarne le o. riguardo determinati argomenti, e ottenere così informazioni valide per l'intera popolazione. Per l'efficacia del sondaggio il campione deve rispondere a requisiti di eterogeneità e rappresentatività, cioè comprendere e rispecchiare il più fedelmente possibile le caratteristiche della popolazione complessiva. Due sono prevalentemente i campi d'applicazione dei sondaggi d'o.: quello politico (preferenze del corpo elettorale) e quello commerciale (preferenze dei consumatori, per adeguare l'offerta alla domanda di prodotti). I principali istituti italiani che si occupano di sondaggi d'o. sono: Doxa, Demoskopea, Cirm.