Console romano. Benché di origine plebea, fu nominato console nel 121
a.C. Capeggiò la nobiltà nel movimento contro la legge agraria di
Caio Gracco: forte del potere illuminato concessogli dal Senato disperse a mano
armata i partigiani del tribuno, massacrò 3.000 Romani sul monte Aventino
e costrinse Caio ad uccidersi. Poco dopo, messo a capo di una ambasceria presso
Giugurta, re di Numidia, si lasciò da lui corrompere; perciò al
suo ritorno fu chiamato in giudizio dal popolo e mandato in esilio, a Dirrachio,
dove morì (m. 109 a.C.).