Raccolta di dialoghi e prose filosofiche di Giacomo Leopardi, pubblicata
parzialmente nel 1827, poi nel 1834; infine nel 1845 nell'edizione postuma
curata da A. Ranieri. L'attributo "morali" va inteso in senso non tecnico, ma
indica il carattere genericamente filosofico di scritti in cui l'autore si
interroga con lucidità sulle ragioni dell'infelicità umana. La
riflessione filosofica su questi interrogativi esistenziali prende la forma di
saggio morale e di dialogo filosofico-umoristico, dove i sillogismi di una
ragione sempre vigile si trasfigurano acquistando, negli esiti migliori, una
struggente intensità poetica. Particolarmente significativi il
Dialogo
di Cristoforo Colombo e di Pietro Gutierrez, il
Dialogo di Torquato Tasso
e del suo genio familiare, il
Dialogo della Natura e di un Islandese,
il
Cantico del Gallo Silvestre, fino a quel
Dialogo di Tristano e di
un amico, nel quale lo scrittore riafferma la sua consapevolezza della
nullità dell'esistenza e, insieme, il rifiuto di cercare illusorie
consolazioni alla propria infelicità.