L'atto dell'operare, l'attività di chi opera, di chi compie un lavoro o
un'azione. ║ Ant. - Nella lingua antica, la parola aveva uso più
ampio, riferita sia ad attività materiali, sia ad azioni morali, o con
riguardo al produrre determinati effetti (con significato affine ad azione,
efficacia). ║ Oggi il termine è usato per lo più per
indicare atti complessi, difficili, o anche semplici ma che richiedono
attenzione, precisione, pazienza, atti che non costituiscono per loro natura un
vero e proprio lavoro o, infine, atti molteplici che sono necessari, nel loro
insieme, per compiere un determinato lavoro. ║ Complesso, serie di atti
coordinati fra loro e diretti a un fine:
o. bancaria. ● Mil. -
Complesso di movimenti di truppe e di azioni varie secondo disegni e obiettivi
predeterminati, sia in guerra sia, per analogia, in esercitazioni e manovre. Le
o. possono essere tattiche, strategiche o logistiche e, secondo i mezzi
impiegati, terrestri, navali o aeree. Viene detta
zona di o. la fascia di
territorio delimitata dalla linea di contatto con il nemico e, posteriormente,
da una linea prestabilita, entro le quali si svolgono le attività
belliche; tale zona è soggetta all'autorità militare, che ha il
potere di emanare bandi con forza di legge. ● Med. - Qualunque intervento
chirurgico praticato al fine di asportare formazioni patologiche, riportare alla
normalità condizioni anatomiche alterate o migliorare, in caso di lesioni
malformative, la funzionalità di una parte del corpo. Le
o. si
dicono
incruente se non comportano effusione di sangue (ad esempio, la
riduzione di una frattura),
cruente se il chirurgo deve incidere i
tessuti di rivestimento per intervenire sull'organo malato, con conseguente
versamento di sangue. ● Mat. - Dati
n insiemi
D1, ..., Dn, si dice
o. n-aria una
funzione avente per dominio il prodotto cartesiano
D1
3
D2 3
...3
Dn e per
codominio un insieme
C; gli elementi del dominio vengono detti
operandi, la loro immagine
risultato dell'o. A ciascuna
o.,
quindi, resta associato un operatore, solitamente indicato con lo stesso
simbolo. In particolare, un'
o. viene detta
interna se gli operandi
e il risultato appartengono ad uno stesso insieme
A, ovvero se
D1 =...
= Dn = C = A; in caso
contrario viene detta
esterna. Ad esempio, la somma di vettori in uno
spazio vettoriale è un'
o. interna, mentre la moltiplicazione di un
vettore per uno scalare, o il prodotto scalare tra vettori, sono esterne. Le
o. più usate sono quelle binarie: sono tali le
o.
aritmetiche, l'unione e l'intersezione di insiemi, il prodotto e la somma nella
teoria algebrica dei gruppi e degli anelli, le
o. usuali negli spazi
vettoriali, ecc. Una
o. binaria
o si dice
commutativa se il
risultato non dipende dall'ordine degli operandi, cioè se
aob =
boa per ogni
a, b nel dominio; si dice
associativa se,
applicata a più operandi, il risultato finale non dipende dall'ordine in
cui le
o. vengono eseguite, cioè se
ao(boc) = (aob)oc per
ogni
a, b, c nel dominio. Le
o. aritmetiche di somma e
moltiplicazione, ad esempio, sono commutative e associative, mentre non lo sono
la sottrazione e la divisione. ║ Nel linguaggio corrente, con il termine
o. si indica una delle quattro
o. aritmetiche elementari.