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Onofri, Arturo.

Poeta italiano. Sin da giovane orientò la propria ricerca culturale e poetica verso le più vive correnti della letteratura e della filosofia europea, entrando poi nel gruppo dei poeti crepuscolari che si raccoglievano intorno a Sergio Corazzini. Dopo aver collaborato ad alcuni quotidiani ("Il popolo romano") e periodici ("Nuova antologia"), nel 1912 fondò la rivista "Lirica", alla quale collaborarono, tra gli altri, R. Bacchelli, A. Baldini, V. Cardarelli, U. Fracchia, P.M. Rosso di San Secondo. Dopo un primo periodo in cui la sua produzione poetica subì l'influsso di modelli pascoliani e dannunziani, oltre che dei simbolisti francesi e belgi (Liriche, 1907; Poemi tragici, 1908; Canti delle oasi, 1909), O. collaborò alla "Voce" diretta da De Robertis e già la successiva raccolta di Liriche (1914) fu caratterizzata da accenti più personali che si traducono, grazie anche all'influsso della filosofia romantica tedesca, nella ricerca di un principio unitario che sia alla base del creato. Parallelamente si delineò il suo interesse per i problemi stilistici, che trovò espressione nel poema in prosa Orchestrine (1917) e nell'Arioso (1921), componimento in verso libero. Gli anni della guerra segnarono per O. un momento di profonda crisi spirituale che riuscì a superare grazie anche alla sua adesione all'antroposofia di R. Steiner: in Nuovo Rinascimento come arte dell'Io (1925) rielaborò in una poetica personale le dottrine antroposofiche. Questa impostazione antroposofica, che si traduce nel tentativo di fusione dell'Io con tutta la natura, caratterizza le prose ritmiche de Le trombe d'argento (1924) e il ciclo di liriche iniziato con Terrestrità del sole (1927), cui fecero seguito Vincere il drago! (1928) e i volumi postumi Simili a melodie rapprese in mondo (1929), Zolla ritorna cosmo (1930), Suoni del Gral (1932), Aprirsi fiore (1935). Ricorrendo ad una metrica tradizionale sorretta da un impianto linguistico originalissimo, che anticipò quello che fu l'ermetismo, O. cercò di riprodurre verbalmente i processi naturali e quelli interiori in una sorta di ritmo evocativo. Tra le numerose opere pubblicate postume ricordiamo: Poesie edite e inedite (1900-14), Poesie e prose inedite (1920-23) e gli Scritti musicali (Roma 1885-1928).