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Ommayyadi). Dinastia di califfi arabi che governò l'Impero
islamico dal 661 al 750. Il capostipite Mu'awiya ibn Abī Sufyān,
proveniente dalla famiglia dei Banū Umayya, trasferì la capitale da
Medina a Damasco e intraprese una politica di conquista proseguita dai suoi
successori. Sotto gli
O. l'Impero musulmano conobbe la sua massima
espansione geografica, raggiungendo l'Asia centrale e includendo l'Africa
settentrionale e la Spagna. Durante il governo del califfo Hishām (724-43)
l'avanzata araba in Occidente venne definitivamente fermata e il califfato
omayyade iniziò la sua parabola discendente. La fine sopravvenne con la
destituzione degli
O. in seguito a una rivolta capeggiata da Abu el
Abbas, fondatore della dinastia degli Abbasidi, che si sostituì a quella
omayyade e portò la capitale a Baghdad. Un discendente degli
O.,
'Abd ar-Rahmān, scampato all'eccidio della famiglia, si rifugiò in
Spagna dove costituì l'emirato (poi califfato) indipendente di Cordoba,
la cui storia (755-1031) fu caratterizzata da momenti di opulenza e splendore
artistico. ● Arch. - Con riferimento alle opere architettoniche realizzate
al tempo degli
O. si sogliono distinguere due fasi: la prima,
sviluppatasi sotto i califfi di Damasco fino alla prima metà dell'VIII
sec., portò all'edificazione di grandi moschee in Siria, Palestina e
Arabia, e risulta caratterizzata dalla prevalenza dell'arco a tutto sesto; nella
seconda fase, limitata alla Spagna e soprattutto al califfato di Cordoba, l'arco
è a ferro di cavallo e assume forme lobate o dentellate.