Omeopsonio.
Omeopsonio. Situazione del mercato in cui gli acquirenti di uno stesso bene o servizio si trovano in condizioni economicamente identiche, così che per i venditori è indifferente vendere a un compratore piuttosto che a un altro. Si tratta quindi di una forma di concorrenza omogenea tra compratori, mentre i venditori si trovano invece in stato di concorrenza perfetta. L'o. può essere di due specie: si parla di o. circolare quando il numero degli acquirenti è basso, ed esiste perciò indeterminazione oligopsonistica, e di o. atomistico (o concorrenza pura tra compratori), quando il numero degli acquirenti è alto e in cui prezzi e quantità dei prodotti sono determinati dai costi e dalla domanda. Quando esistono ragioni per le quali i venditori preferiscono vendere il prodotto a uno piuttosto che a un altro degli acquirenti, i quali si trovano quindi in condizioni economicamente non identiche, si dice che gli acquirenti si trovano in condizioni di eteropsonio. Questo, a sua volta, a seconda del numero degli acquirenti, si distingue in eteropsonio circolare (con determinazione oligopolistica) ed eteropsonio atomistico (senza determinazione). Sinonimi (s.m.), acquisitore, cliente, compratore. Ciò che è buono in se stesso, cioè perfetto nella compiutezza del suo essere o nel suo valore morale, e quindi oggetto di desiderio, causa e fine dell'azione umana. ║ Il sommo b.: nel Cristianesimo, Dio. ║ Virtù intrinseca, qualità spirituale, azione buona. ║ Ciò che è utile, piacevole, conveniente: il b. della patria. ║ Affetto, amore. - Filos. - Il b. è il fine della volontà morale. Pertanto la determinazione del concetto di b. viene sostanzialmente a coincidere con quella del valore morale dell'attività umana. L'etica è oggettivamente orientata verso la scoperta di un b. in sé. Il messaggio evangelico porta a riconoscere il b. nella volontà buona (Kant). ║ Sommo b.: per i filosofi greci, il b. che è tale per se stesso, al quale tutti gli altri b. si subordinano come mezzi al fine, e costituisce quindi il fine ultimo della vita. Per Kant, un b. che soddisfi l'uomo intero, ragione e sensibilità, unendo la felicità alla virtù. - Rel. - Nella morale cattolica si definiscono come b. superflui quelli che devono essere erogati, secondo il precetto evangelico dell'elargizione, in rapporto alle condizioni di chi possiede e allo stato di necessità di colui al quale va fatta l'elargizione. - Sociol. - La sociologia cattolica esprime nel b. comune l'idea secondo la quale ragione ultima di tutta l'attività dello Stato, politica ed economica, deve mirare all'attuazione duratura delle condizioni necessarie ai cittadini per lo sviluppo della loro vita materiale, intellettuale e religiosa. Il b. comune è dunque il fine della società; è un b. universale, in quanto deve essere ripartito equamente fra tutti i membri della società; è un b. integrativo, nel senso che l'azione sociale si limita a supplire all'impotenza dei singoli e non va oltre; è un b. temporale, ma subordinato alla morale. - Econ. - B. economico: qualsiasi oggetto dotato di un prezzo positivo, atto a soddisfare un bisogno e disponibile in quantità limitata. Il requisito del prezzo positivo richiede che esista un mercato in cui l'oggetto è presente. In base alla concezione economica che individua nei prezzi relativi gli indicatori di scarsità delle merci, o delle risorse idonee a produrle, il requisito del prezzo positivo del b. si risolve nel presupposto che esso sia scarso, rispetto ai bisogni ai quali esso corrisponde. L'utilità, l'accessibilità e la limitazione dell'offerta in rapporto al fabbisogno sono quindi gli attributi che contraddistinguono i b. economici. Essi vengono di solito suddivisi in b. durevoli e fugaci, a seconda che possano prestare più servizi utili in modo permanente o esauriscano le loro proprietà nell'atto in cui prestano un solo servizio. Si distinguono inoltre in diretti e indiretti, a seconda che non richiedano trasformazione alcuna per esser atti a soddisfare i bisogni, o possano dar luogo alla produzione di b. diretti soltanto attraverso una o più trasformazioni e con il concorso di altri b. Si dicono complementari i b. che prestano il servizio di cui sono capaci solo se impiegati insieme. Si dicono surrogati i b. diretti o indiretti che, avendo proprietà analoghe, sono atti a soddisfare lo stesso bisogno. I b. alternativi possono essere impiegati in usi diversi, ma, se adibiti a uno scopo, non possono più servire all'altro. I b. a offerta congiunta o a costi congiunti risultano da uno stesso processo produttivo, per cui producendone uno si deve necessariamente produrre anche l'altro. I b. concorrenti tra loro nell'offerta si producono utilizzando gli stessi fattori di produzione, per cui aumentando la produzione dell'uno si deve ridurre quella dell'altro. - Dir. - Secondo la definizione del Codice Civile, la cosa che può formare oggetto di diritto. Il regime giuridico del b. varia in relazione alla natura del diritto del quale può essere oggetto. Fondamentale è la distinzione operata nell'ambito del diritto positivo, tra b. immobili e b. mobili. Dal punto di vista del senso comune, immobile è quel b. che per sua natura non può essere trasportato da un luogo a un altro senza che ne sia alterata la consistenza. Mobile è definito il b. che può essere trasportato da un luogo a un altro senza che ne sia alterata la consistenza. Le cose immobili hanno di solito un valore economico superiore, quindi in campo giuridico sono regolamentate in modo particolare da parte del legislatore. Esse infatti possono venire trasferite soltanto con atto scritto, sono soggette a trascrizione e si possono usucapire solo con il decorso di un lasso di tempo molto lungo. D'altro canto i b. mobili possono per loro natura circolare con notevole rapidità, senza forme particolari, si possono usucapire in minor tempo e il loro semplice possesso, accompagnato da titolo idoneo al trasferimento della proprietà e dalla buona fede, ne comporta l'acquisto in proprietà. Peraltro esiste una particolare categoria di b. mobili, i b. mobili registrati (automobili, navi e aereomobili), la cui circolazione non è libera in quanto essi sono soggetti a iscrizione nei pubblici registri. Chi vende o è addetto alla vendita (per conto proprio o di altri). ║ Chi trasferisce ad altri la proprietà di un bene tramite contratto di compravendita. ║ V. di fumo: sinonimo di vendifumo (V.). - Dir. - V. ambulante: chi vende prodotti al minuto con la collaborazione dei familiari e, al massimo, di due dipendenti senza l'appoggio di impianti permanenti. Le norme per la vendita ambulante su aree pubbliche vennero sancite dalla L. 28-3-1991, n. 112, che sostituì la precedente legislazione in materia. Sinonimi (s.m.), acquirente, cliente. (dal greco omoghenés: che è della stessa stirpe o specie). Che è dello stesso genere, della stessa natura, della stessa qualità; si dice di una cosa rispetto ad un'altra o di più cose l'una rispetto all'altra. ║ Per estens. - Simile, affine, analogo. ║ Fig. - Insieme costituito da elementi simili o ben armonizzati fra loro. ● Fis. - Corpo o.: corpo in cui ogni parte ha le stesse proprietà fisiche e chimiche o, in senso più stretto, corpo in cui ogni punto ha lo stesso valore di densità. ║ Grandezze o.: grandezze della stessa specie (due forze, due velocità, ecc.) ● Mat. - Coordinate o.: coordinate definite a mezzo di un comune fattore di proporzionalità. ● Chim. - Sistema o.: sistema costituito da una sola fase, che può essere diviso nei suoi componenti solo mediante un cambiamento di stato. ● Bot. - Termine con il quale viene chiamato il tallo di alcune specie di licheni quando esso è costituito da una massa uniforme di tipo gelatinoso; in tal caso, nel tallo stesso soltanto le gonadi possono essere considerate differenziate. ║ In fitogeografia si dice che un "habitat" è o. quando in una certa zona più o meno estesa sono riuniti individui appartenenti tutti alla medesima specie vegetale; si parla in questo caso anche di consorzio o. Il termine è anche adoperato per indicare una regolare distribuzione degli individui di una data specie tra altri di specie diverse. (dal latino perfectus, der. di perficio: compio). Pienamente realizzato, completo di ogni proprietà inerente alla sua natura; del tutto corrispondente alla sua funzione. ║ Per estens. - Il massimo grado di una qualità: un p. gentiluomo; ironicamente: un p. cretino. - Rel. - Privo di difetti o limitazioni: Dio è p. - Mat. - Numero p.: V. NUMERO. - Fis. - Gas p. o ideali: V. GAS. - Mus. - Nella notazione mensurale medioevale e rinascimentale, si definiva perfecta la nota di valore triplo a quella immediatamente successiva. In armonia, l'accordo p. risulta dalla sovrapposizione di una terza maggiore e di una terza minore, o viceversa; la cadenza è p. quando dalla dominante conduce alla tonica. - Ling. - Tempo p. o semplicemente p.: tempo del sistema verbale indoeuropeo indicante un'azione compiuta nel passato. In particolare, in latino si distinguono il p. logico, che ai fini della consecutio temporum ha il valore di un tempo principale, atto a indicare gli effetti presenti di un'azione passata, e il p. storico, che ai fini della consecutio temporum ha il valore di un tempo storico, indicante un'azione passata senza alcun rapporto con il presente. Esiste inoltre un p. gnomico o acronico, indicante un'azione metatemporale, frequente nei proverbi e nelle sentenze. - Filos. - Può essere definito p. un mondo materiale increato, inteso come la totalità dell'essere fisico, o un essere spirituale trascendente e originario. Nella storia della filosofia occidentale, i primi a porre con rigore razionale il problema dell'Essere p. furono gli Eleati, che lo definirono come uno, eterno e immutevole, senza individuarne gli attributi di spiritualità e di trascendenza e lasciando aperta la possibilità di interpretazioni materialistiche. Platone attribuì il carattere della perfezione al mondo delle idee, modello della realtà naturale imperfetta plasmata dal Demiurgo. Aristotele considerava p. due ordini di realtà: quella divina e quella fisica del mondo, la cui essenza necessaria non risulta contingente, cioè dipendente da Dio. La filosofia cristiana qualifica Dio come essere p. e il mondo come realtà creata, inevitabilmente contingente e imperfetta. P. è propriamente la natura di Dio; per analogia si definiscono p. i modelli assegnati agli esseri creati (soprattutto all'uomo), quando realizzano pienamente la propria natura. In tal senso l'applicazione del concetto di perfezione è molto estesa, in riferimento a ciò che contiene in sé tutti gli elementi necessari alla sua piena realizzazione, oppure a ciò che corrisponde al proprio modello. Econ. - Situazione di mercato caratterizzata dalla presenza di un numero ristretto di acquirenti di un certo prodotto (o servizio), chiamati oligopsonisti, di fronte alla concorrenza perfetta fra i produttori-venditori del prodotto in questione. Si parla di o. circolare o di eteropsonio circolare, a seconda che gli acquirenti si trovino in condizioni economiche identiche o diverse, ossia che per i venditori sia indifferente o meno cedere i loro prodotti all'uno piuttosto che all'altro dei compratori. In generale, valore di scambio di un bene o di un servizio in termini di qualunque altro bene. ║ Valore di un bene espresso in moneta o, meglio, l'equivalente in unità di moneta di un bene considerato. - Econ. pol. - P. monetario o assoluto: la quantità di moneta scambiata con una unità di bene. P. relativo o reale: la divisione tra il p. di due beni di cui uno non sia rappresentato da moneta; più specificatamente, rispetto a un bene b, quantità di un bene a che si scambia con una unità del bene b. P. di domanda: il p. che il richiedente è favorevole a pagare. P. di offerta: ciò che l'offerente è disposto a cedere per un certo bene. P. di equilibrio: il p. a cui si realizza lo scambio. P. ombra o di conto: il p. calcolato in base a un modello economico di riferimento. P. unico o p. differenziato: il rapporto di scambio è o non è unico per tutte le unità dello stesso bene scambiate nel medesimo mercato e nello stesso momento. P. a pronti, a contanti e a rate: in base alla scadenza in cui deve effettuarsi il pagamento. ║ Sistema e teorie dei p.: in un sistema economico in cui vengono prodotti beni diversi è assai importante fissare il livello dei p. in un solo indice, che rappresenti un media equilibrata tra i diversi beni di consumo. I fattori esterni all'impresa che determinano le scelte relative ai p. sono riconducibili ad aspetti qualitativi e quantitativi della domanda, alla concorrenza e ad aspetti istituzionali. Nella fissazione di un nuovo p. un'impresa può scegliere tra la politica del cosiddetto skimming pricing, vale a dire l'adozione di un p. elevato fin dall'inizio, oppure optare per un penetration pricing, impiegando da subito un p. ridotto. Scopo del primo risulta l'introduzione sul mercato di un prodotto che sfrutti il comportamento degli innovatori, per vendere il prodotto nei momenti iniziali del suo ciclo vitale, estendendo in un momento successivo, tramite riduzioni di p., la base dei consumatori; con la seconda politica, invece, l'impresa mira a un guadagno fondato in larga parte sulla quantità del prodotto venduto, opponendo una barriera di p. nei confronti di eventuali concorrenti. Il concetto di p., essendo estensibile a tutti i beni e a tutti gli elementi produttivi, rappresenta quindi il meccanismo tramite cui sono articolate e rese compatibili tra loro le iniziative di consumo, di risparmio e di investimento prese liberamente dai soggetti economici; per questa ragione, a detto meccanismo viene attribuito il nome di sistema dei p., tanto più significativo se si pone attenzione al fatto che tutti i p., essendo generalmente espressi in moneta, sono soggetti a cambiamenti nel caso mutino la velocità e la quantità di moneta circolante. Fondamentale risulta allora la teoria del livello generale dei p., visto che le fluttuazioni di tale livello determinano parentesi inflazionistiche e deflazionistiche, con tangibili effetti sull'occupazione e sul tasso di sviluppo. Dal momento che il livello generale dei p. è collegato all'inserimento della moneta, il suo studio prende avvio dalla teoria della moneta; tale analisi, più propriamente indicata come teoria dei p., ha un ruolo economico fondamentale tanto che la scienza economica è stata definita anche come scienza dei p. Il p. di un bene si può anche definire come valore e si parla allora di valore di scambio; tutte le teorie sui p. si fondano tuttavia sulle condizioni di concorrenza perfetta all'interno di un mercato, situazione non rintracciabile storicamente, come rilevano insigni teorici, tra i quali V. Pareto. Nel XIX sec. D. Ricardo impostò una teoria dei p., la teoria del valore-lavoro, secondo la quale il rapporto di scambio tra due beni, cioè il p. di un bene in relazione a un altro, dipende dalla quantità di lavoro impiegata per collocare sul mercato entrambi i beni; ad essa si affiancò la teoria del valore-utilità, in base alla quale il medesimo rapporto dipende dal livello di utilità o di carenza di ogni merce. Le due teorie si rivelano incompatibili l'una con l'altra, dal momento che la prima si fonda sul lavoro, come unico fattore, la seconda invece pone l'esistenza di più fattori produttivi. Data l'interdipendenza tra l'atteggiamento dei compratori e dei venditori dalla forma di mercato, la teoria dei p. è connessa ad altre teorie: la teoria della domanda, per quanto riguarda il comportamento dei compratori, quella dell'offerta, per i venditori, e, infine, la teoria del comportamento di mercato, che analizza il modo in cui l'azione di compratori e di venditori influenzi l'andamento del mercato e stabilisca i p. in una situazione di concorrenza imperfetta di monopolio, di monopsonio o di oligopolio. ║ Controllo dei p.: strumento di intervento pubblico, in un'economia di mercato, a cui possono ricorrere i Governi in casi di emergenza (guerra, inflazione, ecc.) per difendere il potere d'acquisto della moneta, bloccando o contenendo l'aumento dei p. dei beni di prima necessità, per regolarizzare alcuni settori del mercato. Il controllo dei p. avviene attraverso l'istituzione di listini e calmieri che fissano i p. massimi al consumo di determinati beni; la fissazione di un p. minimo risponde invece al tentativo di sostegno di alcuni redditi di produttori operanti in settori sfavoriti o di rilevanza sociale. Tra gli effetti negativi di un controllo dei p., va rilevato il possibile squilibrio tra domanda e offerta; nella possibilità di un eccesso di domanda si dovrebbe allora opporre un'accurata politica di sovvenzione alle imprese o una sorta di razionamento dei beni per assicurarne un'adeguata distribuzione; un surplus di offerta dovrebbe invece essere riassorbito dallo Stato, o da altri enti pubblici, che tuttavia giunge spesso alla distruzione di eccedenze per evitare sprechi di risorse. ║ Economia giuridica: solo negli anni Settanta fu avviata nel nostro Paese una sistemazione della disciplina dei p. attraverso una serie di interventi che cercavano di ovviare ai provvedimenti assunti dai CPP (Comitati Provinciali Prezzi). Solo all'inizio dei primi anni Ottanta, su proposta del ministero dell'Industria, fu introdotta una legislazione univoca sulla regolamentazione dei p.; successivamente è stato affidato al CIP (Comitato Interministeriale Prezzi) il compito di determinare le tariffe dei fondamentali generi di consumo, anche se in seguito delibere dello stesso ente hanno totalmente liberalizzato le stesse. Con la L. 24-12-1993, n. 537, si è provveduto alla soppressione del CIP, i cui compiti vengono ora assolti dal CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) e dal ministero dell'Industria, commercio e artigianato. ║ P. politico: strumento di politica economica adottato per favorire un ricavo, dalla vendita di un bene o di un servizio, inferiore al costo complessivo; per la copertura dello scarto tra costo e ricavo si provvede allora con l'introduzione di imposte straordinarie. P. politici sono anche quelli controllati, cioè tenuti più bassi o più alti di quelli possibili in un regime di mercato libero; lo Stato quindi interviene (si parla di p. di imperio) nella vendita di un prodotto a determinate tariffe sia imponendo un calmiere, sia che si ponga come intermediario tra produttori e consumatori, vendendo a questi ultimi a un p. inferiore di quello pagato agli altri. ║ P. sociale: tariffa praticata dall'ente pubblico per beni e servizi prodotti non con scopi puramente economici, ma per conseguire fini educativi o sociali. ║ P. di eliminazione e di esclusione: p. limite che induce imprese già operanti sul mercato a uscirne, e p. che impedisce l'inserimento di nuove aziende nello stesso; quest'ultimo deve essere più basso di quello che permetterebbe all'impresa di conseguire un minimo margine di guadagno. ║ P. sorvegliato: p. determinato direttamente dal venditore, anche se controllato dall'autorità pubblica. Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. Spesa da sostenere per l'ottenimento di un bene o la disponibilità di un servizio. ║ Prezzo effettivamente pagato. ║ Vendere sotto c.: vendere a meno del c. di produzione, o di acquisto. ║ Fig. - Fatica, disagio, sacrificio; rischio; patto, condizione. ● Econ. - Il c. di un bene rappresenta l'insieme degli oneri cui un individuo è sottoposto per ottenere il possesso di tale bene. Gli oneri possono essere espressi in moneta, cioè dalla spesa per acquistare il bene o i materiali necessari alla sua produzione, o in termini di mancato godimento di altri beni. Il valore dei beni a cui si è rinunciato si dice c. di opportunità. ║ C. monetario o di produzione: esborso monetario da parte del produttore di un bene per procurarsi le risorse non di sua proprietà necessarie a produrre il bene stesso; comprende il c. totale (esborso monetario effettuato da una impresa per produrre una data quantità di merce), il c. medio (c. unitario ottenuto dividendo il c. totale per il numero di unità prodotte) e il c. marginale (c. rappresentato dalla spesa addizionale che si deve sostenere per aumentare la produzione di una unità). ║ C. del lavoro: il complesso degli esborsi monetari a cui è sottoposto l'imprenditore per garantirsi la disponibilità della forza lavoro; comprende la retribuzione, gli oneri previdenziali e assicurativi, le indennità di disoccupazione, la cassa integrazione, gli accantonamenti per l'indennità di liquidazione. Si distingue in c. del lavoro per unità lavorativa (rapporto tra l'ammontare delle retribuzioni e il numero dei lavoratori impiegati) e c. del lavoro per unità di prodotto (rapporto tra l'ammontare delle retribuzioni e la quantità di beni prodotti corrispondentemente). ║ C. del denaro: interessi corrisposti dagli investitori agli istituti di credito, sulla base del tasso corrente di interesse passivo. ║ C. fissi: c. effettuati indipendentemente dal livello di produzione; non variano al variare della quantità prodotta. Esempi tipici sono gli stipendi degli dipendenti, le spese di riscaldamento, le spese di vigilanza. ║ C. variabili: c. che variano in funzione della quantità di beni prodotta. Tra gli esempi il c. delle materie prime, il c. delle provvigioni. ║ C. di distribuzione: differenza tra il prezzo al dettaglio e il prezzo all'ingrosso di un dato bene. ║ C. dei servizi pubblici: c. a carico dello Stato dato dalla sottrazione di un determinato ammontare di risorse dal settore privato per un impiego pubblico. ║ Indice del c. della vita: indice statistico che misura le variazioni dei prezzi dei beni di consumo, acquistati in diversi periodi di tempo da una famiglia media; il rapporto tra le diverse spese distribuite nei vari periodi darà l'indice richiesto. Richiesta, petizione, atto del domandare. ● Econ. - Nel linguaggio economico il termine indica la quantità di un bene o di un servizio che si è disposti a comprare, tenuto conto del relativo prezzo. L'analisi dei fattori che determinano la d. si collega allo studio del consumo. In particolare la d. individuale dei beni di consumo prende in esame la distribuzione del reddito personale nell'acquisto dei vari beni e il rapporto tra il costo di un dato bene e quello di tutti gli altri beni acquistati. I problemi che si presentano nello studio della d. riguardano in particolare la determinazione delle variazioni nella direzione di essa dovute al variare del reddito speso in consumi e del prezzo degli altri beni. L'analisi si allarga pertanto all'esame delle condizioni che determinano l'aumento o la diminuzione della d. di un bene col diminuire del prezzo di questo. Considera inoltre se, e in quale misura, la variazione di un prezzo di un bene incide sulla d. di un altro bene. Dallo studio della d. individuale, si passa a quello della d. complessiva o d. di mercato, ottenuta dalla somma delle d. individuali di un dato bene, tenuto conto del reddito complessivo consumato. Col termine di d. s'indica inoltre la quantità di un bene che l'azienda produttrice crede di poter vendere in corrispondenza di un determinato prezzo. Questa funzione di d. definita anche, con maggior chiarezza e precisione lessicale, funzione di vendita, si presenta in relazione al tipo di mercato su cui l'azienda opera. Diversa, cioè, è la funzione se l'azienda opera in condizioni di concorrenza pura, costretta ad accettare il prezzo di mercato, o se invece opera in condizioni di monopolio o di concorrenza monopolistica, e diversa ancora in caso di oligopolio, che costringe l'imprenditore a tener conto non solo del comportamento dei compratori, ma anche delle possibili relazioni di venditori concorrenti. ● Dir. - D. giudiziale: è l'atto introduttivo del giudizio con cui si chiama davanti al giudice il convenuto. Attraverso la d. si origina il rapporto processuale e si determina il valore della causa agli effetti della competenza. La d. si propone mediante citazione. Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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