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Oltretomba.

L'aldilà, il luogo dove si continuerebbe a vivere anche dopo la morte. ● St. delle rel. - Ogni popolazione e tradizione religiosa ha concepito l'o. secondo modi caratteristici alla propria cultura. Questa diversità nella rappresentazione dell'o. riguarda in primo luogo la sua localizzazione: molto spesso esso è collocato sotto terra, o al di là dei confini del mondo. A ciò naturalmente corrispondono diverse concezioni del ciclo vitale e, conseguentemente, diverse pratiche religiose. Ad esempio, all'immagine di un o. sotterraneo, combinata con la concezione della terra quale "Madre", pare sia dovuta la pratica dell'inumazione. All'idea della morte, quale ritorno allo stadio prenatale intrauterino si collega, invece, l'uso di seppellire i morti in posizione rannicchiata. Alla localizzazione dell'o. ai confini del mondo, posti ai limiti dell'Oceano, si lega la pratica, comune a molti popoli (Malesi, Melanesiani, Germani), di far giungere i morti nell'aldilà con la "barca dei morti". Quanto alle condizioni in cui si trovano i morti nell'o., esse sono generalmente caratterizzate da uno stato di depauperamento e di depotenziamento ontologico: i defunti sono trasparenti, simili ad ombre, privi di voce chiara e a volte delle capacità sensoriali. È pur vero che anche nelle religioni più primitive si manifesta l'idea di una diversa sorte ultraterrena spettante alle diverse tipologie umane (il re rispetto al popolo, l'iniziato rispetto ai non iniziati, gli uomini rispetto alle donne, ecc.). Così, nell'antica Grecia la sopravvivenza dopo la morte in uno stadio di beatitudine era riservata a individui eccezionali che abitavano i Campi Elisi, mentre alla gente comune era riservato l'Ade, luogo di eterno rimpianto per l'esistenza passata e di sostanziale sospensione. Non dissimili erano le convinzioni del mondo romano: i personaggi che venivano deificati non erano però figure leggendarie, come accadeva in Grecia, ma capi politici che avevano incontrato particolare favore popolare. L'idea del premio riservato a coloro che sono morti in combattimento, tipica di società di cacciatori e navigatori, è l'elemento caratterizzante del paradiso delle religioni nordiche, il cosiddetto Walhalla. Nelle grandi religioni soteriologiche quali il giudaismo, il cristianesimo, l'islam, ecc., l'articolazione dell'o. si fa decisa e più complessa: la visione arcaica dell'o. come regno di tutti i morti viene sostituita da quella di una serie di luoghi diversificati, che vengono concepiti come luoghi di espiazione o di premio per la condotta tenuta durante la vita terrena. I luoghi di premio sono generalmente collocati in cielo e lo stato di chi vi dimora rappresenta la massima espressione di potenza esistenziale. Ma nelle rappresentazioni dei luoghi di punizione continuano le antiche rappresentazioni dello stato di morte quale annientamento e depotenziamento.