Uomo politico spagnolo. Figlio cadetto del conte Enrique, ambasciatore del re di
Spagna a Roma e successivamente viceré di Sicilia e Napoli, trascorse la
giovinezza in Italia. Dopo gli studi a Salamanca, alla scomparsa del fratello
maggiore abbandonò la carriera ecclesiastica e abbracciò quella
politica (1607). Nel 1615 venne nominato da Filippo III gentiluomo di camera del
principe ereditario e, in breve tempo, seppe guadagnarsi l'amicizia e la fiducia
del futuro re Filippo IV. Quando questi salì al trono (1621),
O.
divenne l'uomo più influente dello Stato e, per oltre vent'anni, diresse
la politica spagnola interpretando gli ideali di riforma della nuova generazione
castigliana. Innanzitutto, tentò in ogni modo di eliminare gli sperperi e
la corruzione della Corte spagnola, divenendo una sorta di eroe popolare.
Acquisiti i titoli di gran ciambellano e di cancelliere delle Indie, si
trovò ad affrontare gravissimi problemi di natura finanziaria, che
risolse parzialmente accrescendo la pressione fiscale.
O. aprì una
vasta inchiesta sulle fortune personali di tutti i ministri succedutisi dal
1603, riducendo enormemente la lista delle pensioni e dei favori distribuiti dal
re. Istituì un'apposita giunta incaricata di portare avanti la riforma e,
nel febbraio del 1623, il Governo emanò i decreti che avrebbero dovuto
ridimensionare l'enorme apparato della Corte e della burocrazia. Particolarmente
sensibile ai problemi economici e alle necessità di sviluppo del Paese,
O., per vincere il tradizionale disprezzo nutrito nei confronti della
categoria dei mercanti, propose che venissero conferiti loro titoli onorifici e
create compagnie commerciali. Elaborò progetti per favorire
l'insediamento di coloni stranieri, per dare vita a una banca di Stato e per
assistere la piccola nobiltà impoverita; tuttavia, i suoi propositi,
volti a sostituire i grandi di Spagna, con cittadini non nobili, nei posti di
potere, diedero pochi risultati concreti. All'opposizione della burocrazia e
dell'aristocrazia, si aggiunse la ribellione della Catalogna (1640) e del
Portogallo (1641), che si staccarono dalla Spagna. Il fallimento della politica
centralizzatrice e il pessimismo, diffusosi in Castiglia dopo le sconfitte
militari subite dalla Spagna in Europa, minarono alle radici la
possibilità di istituire in Spagna una monarchia assoluta. I numerosi
insuccessi di
O. provocarono nel gennaio del 1643 la sua caduta (Roma
1587 - Toro, Zamora 1645).