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Olduvai.

Località della Tanzania settentrionale, a Sud-Ovest del lago di Natron. È celebre per i ritrovamenti fossili, distribuiti in vari livelli, fondamentali per la ricostruzione delle origini dell'uomo. Le esplorazioni ebbero inizio nel 1910 e, nel 1913, condussero alla scoperta di due scheletri risalenti al tardo Pleistocene (Uomo di O.); dal 1930 fino agli anni Ottanta le ricerche furono proseguite da L.S.B. e M.D. Leakey. Nel 1986 un gruppo di ricercatori guidati da Johanson scoprì diversi resti di uno scheletro attribuito a una femmina adulta di Homo habilis, poi chiamata Lucy, che nella catena evolutiva rappresenterebbe l'anello di congiunzione tra le scimmie e gli ominidi. Nei depositi situati a maggiore profondità (Bed I) furono ritrovati resti di scheletri di Australopithecos robustus, tra cui quelli del cosiddetto Zinjanthropus boisei, e di Homo habilis, oltre a tracce di insediamenti temporanei in un ambiente posto nelle vicinanze di un lago e della lavorazione di pietre e schegge detta Olduvaiano. Il livello immediatamente superiore (Bed II) attesta la scomparsa dell'Australopithecos robustus e la comparsa, 1.200.000 anni fa circa, dell'Homo erectus; sono inoltre visibili tracce di un Olduvaiano evoluto, insieme a lavorazioni tipiche dell'Auchelano, e di cambiamenti ambientali quali il prosciugarsi del lago e il formarsi di una savana aperta. I due strati posti più in alto (Bed III e Bed IV) presentano ancora resti dell'Olduvaiano evoluto e dell'Auchelano, oltre a segni di una maggiore aridità del clima.