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Ofiolatrìa.

Culto dei serpenti. La rilevanza del serpente, in alcuni sistemi mitologici e cultuali, era legata al suo carattere ctonio, cui si collegava un'idea di immortalità, in gran parte elaborata a partire dal fenomeno della muta quale simbolo di rinascita. L'o. ebbe la sua culla in India, ma una tipologia ofiolatrica era già presente nell'antico Egitto, dove all'ureo, simbolo della dea-cobra Uto e ornamento del copricapo di regine e faraoni, era attribuito un carattere divino. Anche in ambito greco sono riconoscibili forme di o., ad esempio per quanto riguarda il serpente sacro ad Esculapio o la dea minoica raffigurata con un serpente; lo stesso accade nelle culture italiche, che testimoniano un antico culto di Lanuvio, per il quale si presentavano offerte a un serpente in una grotta. L'o. era presente anche nelle civiltà mesoamericane precolombiane, azteca e maya, il cui dio supremo Quetzalcoatl era raffigurato come un serpente piumato. Ad un contesto di o. è collegabile anche la concezione ebraica del serpente come simbolo di Satana (anche se priva di culto in quanto manifestazione del male). Di valenza positiva è invece l'immagine del serpente di bronzo eretto da Mosè, per ordine divino, cui gli Ebrei dovevano guardare per essere preservati dal morso dei rettili del deserto; essa è generalmente interpretata dagli esegeti come prefigurazione della potenza salvifica di Cristo crocifisso.