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Offset.

Voce inglese: spostamento. ● Ind. graf. - Procedimento di stampa derivato dalla litografia e adatto a tirature elevate (oltre un milione di copie), sia per l'alta velocità di riproduzione, sia perché la matrice (la lastra) è soggetta a una limitata usura. Nelle macchine da stampa o., le matrici metalliche ottenute per fotoincisione (impressione di un negativo o positivo fotografico su uno strato sensibile alla luce e successivo lavaggio e trattamento della parte non impressionata) sono avvolte su un cilindro, che viene inchiostrato da rulli macinatori e leggermente bagnato da rulli umidificatori sulle parti non impressionate. L'inchiostro viene depositato dalla matrice su un rullo di caucciù e portato poi sulla carta, che può essere scadente o ruvida, senza che ciò modifichi in maniera sostanziale il risultato finale della riproduzione. La stampa o. è dunque indiretta, nel senso che avviene per il tramite del rullo di caucciù, e si differenzia dalle stampe tipografiche o in rotocalco, dato che le matrici, anziché essere in rilievo o incavate, sono piane. L'inchiostro contiene sostanze grasse che lo fanno aderire alle parti impressionate e ricettive della matrice, mentre non si deposita sulle parti bagnate; l'interposizione del rullo di caucciù offre, quindi, il notevole vantaggio di inumidire soltanto leggermente il foglio stampato, a differenza di quanto si verifica con la litografia. Questo principio della stampa indiretta era già conosciuto alla fine del XIX sec. in Europa e negli Stati Uniti (vi erano state delle applicazioni per la stampa su latta). Si deve al litografo tedesco C. Hermann (1871-1934) la progettazione delle prime macchine o., dopo che erano state abbandonate le pesanti pietre litografiche che limitavano la velocità e i formati di stampa. Il perfezionamento delle matrici metalliche, di zinco o di alluminio, l'avvento dell'o., grazie allo sviluppo della fotolito e della fotomeccanica, l'introduzione delle lastre plurimetalliche (dove l'immagine stampante è costituita da un metallo ricettivo dell'inchiostro, in genere rame, mentre le parti non stampanti sono costituite da un metallo più ricettivo dell'acqua, come il cromo), unitamente al vantaggio di poter stampare a colori anche su carte scadenti, spiegano l'importanza assunta dall'o. a partire dagli anni Cinquanta, e la sua sempre più estesa diffusione per la stampa di imballaggi, cataloghi, edizioni d'arte illustrate a colori. Ormai, infatti, la stampa può avvenire a fogli singoli (macchine o. da foglio) o con alimentazione a bobina (rotooffset) e normalmente comporta l'utilizzazione da uno a quattro colori. Per quest'ultimo tipo di stampa, durante il processo di fotoincisione delle due o quattro matrici necessarie, si provvede alla retinatura dell'immagine, suddividendola in un insieme di punti di grandezza maggiore o minore, proporzionale all'intensità del colore particolare in ogni singola zona dell'illustrazione da riprodurre.