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Oehlenschläger, Adam Gottlob.

Poeta e drammaturgo danese. È considerato il massimo esponente del Romanticismo scandinavo. Fu introdotto alle idee e alla poetica di Goethe e di Schiller da un ciclo di conferenze tenuto da H. Steffens, esperienza da cui sortì la raccolta Poesie (1803). In essa era compreso il poemetto I corni d'oro che, esprimendo un'evidente rottura con la tradizione letteraria precedente, fu a lungo considerato una sorta di manifesto romantico locale. Nel 1805 O. pubblicò gli Scritti poetici, che includevano, fra le altre, la lirica Commedia di mezza estate, la fiaba drammatica Aladino e la lampada miracolosa, la saga di Vaulundur, il racconto Viaggio a Langeland. Indicativa per la definizione della poetica dell'autore è la tragedia di impronta schilleriana La morte di Hakon Jarl (1805), in cui si rappresentava la sconfitta dell'antico mondo eroico da parte del Cristianesimo. In quegli stessi anni l'artista confermò l'adesione al movimento romantico nella sua dimensione europea, con numerosi viaggi in Germania, Francia e Italia durante i quali entrò in contatto con personaggi di primo piano del mondo culturale: Goethe, Fichte, M.me De Staël, Thorvaldsen. Nel 1809 rientrò a Copenaghen, dove ottenne l'incarico per la cattedra universitaria di Letteratura danese. La sua attività di scrittore continuò copiosa, ma piuttosto ineguale in quanto a valore artistico. In particolare, la sua predilezione per la mitologia nordica e il corpus di leggende scandinave, interpretate secondo una passionalità accesa e schilleriana, lo esposero a numerose critiche. Ricordiamo fra i suoi numerosi lavori: il dramma allegorico Baldur il buono (1807) e il poema Il viaggio di Thor a Jotunheim (1807), riuniti nel volume Poesie nordiche (1807); le tragedie Palnatoke (1809) e Axel e Valborg (1810); il ciclo di romanze Gli dei del Nord (1819); le opere drammaturgiche di argomento storico I Longobardi (1826), Carlo il Grande (1829), Olaf il Santo (1838), Amleto (1846), ecc. Pur avendo ottenuto nel 1829 il titolo di "re dei poeti nordici", O. fu, tuttavia, presto oscurato dal sorgere di un orientamento letterario più moderato, rappresentato dal romanticismo "realistico" di Heilberg (Copenaghen 1779-1850).