Dottrina filosofica secondo cui il fatto antecedente non è legato al
conseguente da un nesso causale necessario. Ciò che comunemente viene
chiamata relazione di causalità tra due eventi non è altro che
l'occasione dell'azione della vera e unica causa di tutto ciò che accade:
Dio. Il fondamento delle osservazioni degli occasionalisti è da
ricercarsi nella convinzione, comune agli empiristi, che non si possa garantire
la derivazione di un evento-effetto da un altro evento, designato come causa.
Tale convinzione si fonda, a sua volta, sull'assunto che la volontà
divina, essendo onnipotente, può modificare in ogni momento qualsiasi
nesso causale. Tracce di
O. si possono osservare già nel mondo
arabo, ad esempio nel pensiero di Ash Ari, ma la sua affermazione fu dovuta alla
scuola fiorita in Francia e nei Paesi Bassi all'inizio del sec. XVI. L'
O.
nacque dall'esigenza di risolvere i problemi lasciati insoluti dal
Cartesianesimo, in particolare quello dei rapporti tra il mondo psichico e
quello della materia, tra
res extensa e
res cogitans. Tra i
principali assertori vi furono N. Malebranche e A. Geulincx, che affermarono
l'impossibilità di osservare ogni rapporto di causa ed effetto tra i due
mondi, sostenendo che i rapporti esistono solo per volontà divina.
Malebranche, in particolare, non ammette altra causa agente all'infuori di Dio e
afferma che la conoscenza non può essere prodotta negli uomini dalle cose
sensibili ma, al contrario, è il risultato della visione delle cose in
Dio.