Dimenticanza, intesa non come distrazione, ma come progressiva cancellazione
dalla memoria di fatti e di esperienze vissute. ● Filos. - Numerosi sono
stati i pensatori che si sono occupati del problema dell'
o. Il primo che
affrontò scientificamente la questione fu il tedesco J.F. Herbart (XVIII
sec.), secondo cui le rappresentazioni formatesi nell'animo non si distruggono
mai: esse possono scomparire dalla coscienza, ma possono riemergere sopra il
livello della coscienza, sotto forma di ricordi, quando si affievolisce la forza
inibitrice o quando vengono richiamate da altre rappresentazioni, alle quali
sono legate da nessi associativi. Contrari a questa tesi furono pensatori e
psicologi che considerarono l'
o. come un processo attivo, una selezione
continuamente operata nella massa rappresentativa, al fine di conservare solo
ciò che può essere utilizzato nell'esperienza ulteriore. Secondo
gli psicoanalisti, alla base dell'
o. vi sarebbe un processo di rimozione:
infatti, attraverso la dimenticanza si allontanerebbero le rappresentazioni
sgradevoli, i sentimenti, le emozioni che urtano la coscienza morale
dell'individuo e quel complesso di norme, freni, scrupoli che costituiscono il
Super-Io.