Stats Tweet

Nuova Zelanda.

Stato (270.534 kmq; 4.084.000 ab.) insulare dell'Oceania, nell'Oceano Pacifico meridionale, a Sud-Est dell'Australia. Consta di due isole principali, l'Isola del Nord e l'Isola del Sud, separate dallo Stretto di Cook; vi appartengono inoltre l'Arcipelago delle Kermadec, le isole Chatham, Bounty, degli Antipodi, Auckland e l'Isola Campbell. Capitale: Wellington. Città principali: Auckland e Christchurch. Ordinamento: Stato indipendente e sovrano nell'ambito del Commonwealth, che riconosce come capo dello Stato il monarca britannico, rappresentato da un governatore scelto su designazione del Governo neozelandese. Il potere esecutivo spetta al Consiglio esecutivo, composto dal primo ministro (il leader del partito di maggioranza) e dai ministri. Il potere legislativo è affidato alla Camera dei rappresentanti, i cui membri (dei quali quattro devono essere Maori) sono eletti per un periodo di tre anni. Hanno diritto al voto i Maori, che possono però eleggere solo i loro rappresentanti, e tutti i cittadini inglesi residenti in N.Z. almeno da un anno e che abbiano compiuto i 21 anni di età. Moneta: dollaro neozelandese. Lingua ufficiale: inglese. Religione: protestante. Popolazione: è in gran parte costituita da discendenti dei coloni, soprattutto britannici. Gli indigeni polinesiani Maori vivono soprattutto nelle riserve.

GEOGRAFIA

Morfologia: l'arcipelago neozelandese sorge all'interno del grande arco insulare melanesiano. L'Isola del Nord, l'Isola del Sud e le altre minori sono poste su una piattaforma caratterizzata da fondali bassi, compresi tra le due fosse che, precipitando a una profondità di oltre 10.000 m, separano l'Oceano Pacifico da quello Indiano. L'emersione delle isole è avvenuta durante il Cenozoico, in conseguenza del sollevamento della crosta terrestre verificatosi nell'area della Melanesia. L'Isola del Nord, dalla morfologia piuttosto tormentata, presenta al centro un altopiano di altezza variabile dai 400 ai 600 m, sovrastato da coni vulcanici attivi (Ruapehu, 2.797 m) o spenti (Egmont, 2.518 m), talvolta raggruppati in catene, come i Monti Hauhungaroa: si tratta di un antico massiccio calcareo-arenaceo, che l'erosione ha attaccato profondamente spianandolo e che successivamente è stato ricoperto da detriti e magma. Numerose sono anche le manifestazioni vulcaniche secondarie, quali i geyser e le solfatare. La zona orientale dell'isola si caratterizza invece per una serie di catene parallele di altezza modesta. A parte va considerata la penisola di Auckland, costituita da un'area di sprofondamento su cui si innalzano rilievi di tipo collinare. L'Isola del Sud, di struttura molto più omogenea, presenta la vasta Catena delle Alpi Meridionali, che si estende per tutta la lunghezza del territorio, con vette che superano i 3.000 m, culminando nel Monte Cook (3.764 m). All'estremità meridionale, le Alpi si aprono a ventaglio formando una serie di catene secondarie, che degradano verso il mare e costituiscono le pareti scoscese dei fiordi. Le isole minori sono caratterizzate da un'intensa attività vulcanica. Le coste della N.Z., che si sviluppano per oltre 4.800 km, sono in genere molto frastagliate e in alcuni tratti costituiscono un pittoresco spettacolo naturale; solo quelle orientali e occidentali dell'Isola del Sud sono basse e compatte. ║ Idrografia: i fiumi della N.Z. sono ricchi di acqua, essendo alimentati dall'abbondanza delle precipitazioni e, nell'Isola del Sud, dai ghiacciai; tuttavia, a causa della morfologia del territorio sono brevi e a forte pendenza, quindi difficilmente navigabili. Tra i fiumi principali dell'Isola del Nord si ricordano il Waikato (425 km), emissario del lago Taupo, che sfocia nel Mare di Tasman, e il Wanganui (290 km). Nell'Isola del Sud i fiumi sono tributari del Pacifico, come il Clutha (322 km) e il Waitaki (209 km). Anche i laghi sono piuttosto numerosi, ma di estensione modesta. ║ Clima: a causa dell'influsso esercitato dalle acque oceaniche e dai venti occidentali (i westerlies), il clima della N.Z. presenta caratteristiche omogenee, anche se il territorio si estende per oltre 13° di latitudine. Si tratta di un clima di tipo temperato oceanico, caratterizzato da abbondanti precipitazioni, in particolare sui versanti esposti a Occidente. La temperatura, che si aggira su valori medi non elevati e che non subisce forti escursioni, tende a diminuire procedendo verso Sud. Nelle regioni più settentrionali dell'Isola del Nord e nella penisola di Auckland, il clima è di tipo semitropicale, mentre le zone di Otago, di Southland e quelle più meridionali dell'Isola del Sud hanno clima continentale. ║ Flora: il patrimonio floristico si è conservato integro solo nell'Isola del Sud, mentre nell'Isola del Nord i colonizzatori europei hanno introdotto numerosi e radicali cambiamenti, che hanno danneggiato in larga misura le specie endemiche. Le foreste sono costituite da latifoglie e conifere, con un fitto sottobosco ricco di felci arborescenti; nell'Isola del Sud predominano le praterie. Negli ultimi anni si è provveduto ad estesi rimboschimenti in tutto il territorio neozelandese, per contrastare il pericolo dell'erosione conseguente allo sfruttamento indiscriminato dei terreni. ║ Fauna: la fauna endemica è rappresentata soprattutto dagli uccelli (kiwi, pappagalli, ecc.); i pipistrelli costituiscono l'unica specie endemica di mammiferi.
Cartina della Nuova Zelanda

La cattedrale di St. Patrick ad Auckland


ECONOMIA

In poco più di un secolo, da quando nel 1844 vennero introdotte le pecore di razza merinos, la N.Z. riuscì a conseguire un livello economico molto elevato, basato su una forte specializzazione nel campo agricolo-alimentare. Il successo di un'economia così scarsamente diversificata fu favorito fino agli anni Settanta del XX sec. da congiunture favorevoli sia interne sia esterne, che rendevano i prodotti neozelandesi estremamente competitivi. I limiti di un'organizzazione economica di questo tipo si mostrarono, però, in conseguenza della crisi petrolifera degli anni Settanta, che portò alla luce le debolezze del sistema economico del Paese, rallentandone il tasso di sviluppo e accrescendo il numero dei disoccupati. A ciò si aggiunse l'adesione della Gran Bretagna alla CEE, che provocò una netta diminuzione della possibilità di collocare vantaggiosamente i prodotti neozelandesi sul mercato. A partire dagli anni Settanta si diede inizio a una politica di austerità, a cui si accompagnò (soprattutto con la metà degli anni Ottanta) una strategia di liberalizzazione e privatizzazione; nel contempo il Governo si impegnò, oltre che in una più adeguata politica monetaria, a incentivare e differenziare la produzione industriale. Tuttora, alla base dell'economia neozelandese si trova l'agricoltura che, pur occupando una parte minima di popolazione attiva, fornisce la parte più cospicua delle esportazioni. Tra i principali prodotti agricoli vi sono le colture cerealicole (mais, frumento, orzo) e alcuni prodotti ortofrutticoli (patate, pomodori, mele, uva, kiwi). Anche l'allevamento, in particolare quello bovino, rappresenta una fonte di entrate fondamentale per la N.Z.; favorito dalle condizioni ambientali, esso viene praticato sulla base di un'ottima organizzazione produttiva. Poco sfruttato è, invece, il patrimonio ittico, anche se negli ultimi anni si è constatato uno sviluppo del settore. La ricchezza del patrimonio forestale consente un'intensa attività delle industrie cartarie. Le risorse minerarie, costituite soprattutto da carbone, lignite e gas naturale, sono scarse; notevoli sono, invece, le risorse idriche, il cui potenziamento dovrebbe favorire l'autonomia energetica del Paese. Le industrie sono specializzate nella lavorazione di prodotti zootecnici e agricoli (conservazione delle carni, concia delle pelli, lavorazione della lana, ecc.), anche se è in corso una politica di differenziazione delle attività produttive con la conseguente creazione di industrie meccaniche, impianti chimici, ecc. Vitale per l'economia è il commercio estero, in particolare quello dei prodotti zootecnici. I principali partner commerciali della N.Z. sono l'Australia, il Giappone, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Il turismo neozelandese, in espansione, costituisce infine una cospicua fonte di reddito per il Paese.

STORIA

Abitato fin dall'XI sec. da popolazioni Maori, l'arcipelago neozelandese fu scoperto dall'olandese A. Tasman che navigò lungo la costa occidentale (1642-43). L'esplorazione sistematica del territorio, tuttavia, fu iniziata solo nel 1769 dall'inglese James Cook e la colonizzazione europea fu avviata nel XIX sec. Nel 1839 venne costituita la Compagnia inglese della Nuova Zelanda, che l'anno seguente prese possesso del territorio, dopo che i capi Maori erano stati indotti ad accettare la sovranità britannica. Proclamata colonia della Corona britannica nel 1841, la N.Z. accolse i primi coloni che costituirono i nuclei delle future città e diffusero l'allevamento e la coltivazione, dando vita ad aziende di grandi dimensioni, a conduzione capitalistica. Anche se nei primi decenni il numero dei coloni rimase limitato, scoppiarono presto conflitti tra Europei e Maori, soprattutto per il problema dell'acquisizione dei territori da parte dei colonizzatori; nonostante i tentativi della madrepatria di giungere a compromessi, la rivolta scoppiò una prima volta nel 1860 e successivamente nel 1863. Come conseguenza, la Gran Bretagna fu costretta ad adottare una politica di maggiore tutela della popolazione indigena, della quale furono ammessi alcuni rappresentanti in Parlamento. A partire dal 1860, in seguito alla scoperta di giacimenti auriferi, si registrò in N.Z. una nuova corrente immigratoria che portò a un rapido aumento della popolazione europea, mentre i Maori, sterminati nei decenni precedenti, furono ridotti a poche decina di migliaia. Il nuovo flusso immigratorio sconvolse l'iniziale assetto economico-sociale, mentre il problema della terra, concentrata per oltre la metà nelle mani di duemila grandi proprietari, venne risolto con l'introduzione, nel 1870, della colonizzazione statale in favore dei disoccupati. Contemporaneamente vennero approvate leggi sociali tra le più avanzate dell'epoca: nel 1879 fu concesso il suffragio universale maschile, nel 1898 la N.Z. fu il primo Paese a introdurre la pensione di anzianità. Nel 1891 venne fondato il primo partito neozelandese, il Partito liberale-laburista, che governò fino al 1912, favorendo la costituzione di piccole e medie proprietà, adottando misure di protezione dell'industria locale ed estendendo il diritto di voto alle donne. Allo scoppio della prima guerra mondiale la N.Z. si schierò a fianco della Gran Bretagna, che nel 1907 le aveva concesso il titolo di Dominion e, al termine del conflitto, fu tra i fondatori della Società delle Nazioni, dalla quale ottenne il mandato per le Samoa occidentali. La crisi economica mondiale del 1929 ebbe ripercussioni sul piano politico, rafforzando le posizioni dei laburisti, vincitori a larga maggioranza delle elezioni del 1935. Il Governo laburista perfezionò il già avanzato sistema di sicurezza sociale, introducendo importanti riforme. Particolare rilievo assunse l'introduzione della settimana lavorativa di quaranta ore, la nazionalizzazione delle miniere di carbone, delle banche, della società per la navigazione aerea. Tali provvedimenti provocarono forti opposizioni e un rafforzamento delle tendenze antistataliste, con conseguente vittoria, nelle elezioni del 1949, del Partito nazionale, che comportò l'adesione della N.Z. a organismi come l'ANZUS (1951) e la SEATO (1954), facenti capo agli Stati Uniti d'America. A partire dagli anni Cinquanta si alternarono al Governo laburisti e nazionalisti; la crisi economica del Paese, determinata dal crollo dei prezzi sui mercati internazionali e aggravatasi nel 1967-68, fu scongiurata grazie a una politica di austerità. In politica estera la N.Z. entrò sempre più decisamente nella sfera d'influenza statunitense, soprattutto con la partecipazione alla guerra del Vietnam, voluta dal leader nazionalista Keyth J. Holyoake. Nelle elezioni politiche del 1972 si registrò la netta affermazione del Partito laburista, che ritornò al Governo dopo dodici anni di opposizione. Tra gli impegni assunti dal nuovo primo ministro, Norman Kirk, fu quello di un graduale allontanamento dalla SEATO e di una maggiore apertura verso la Cina, oltre alla ricerca di nuovi mercati per l'esportazione. Le elezioni del 1975 furono vinte dal Partito nazionale di Robert Muldoon, sulla base di un programma fondato sulla lotta all'inflazione e alla recessione economica e sul controllo delle immigrazioni. Muldoon venne rieletto nel 1978, nonostante l'arretramento del suo partito e il consistente aumento dei laburisti. La crisi economica della N.Z., che si manifestò durante il Governo conservatore, accentuata anche dall'ingresso della Gran Bretagna nella CEE, causò agli inizi degli anni Ottanta forti tensioni razziali tra Europei, Maori e Polinesiani. La politica economica adottata da Muldoon si mostrò, con il tempo, inadeguata alla crisi che aveva interessato la N.Z. La disoccupazione crescente costrinse numerosi lavoratori a emigrare in Australia, il debito con l'estero aumentò considerevolmente, le esportazioni registrarono un forte calo. Le elezioni del 1984 si conclusero con la vittoria del Partito laburista e la nomina di David Lange a capo del Governo. Il programma economico del nuovo ministro tentò di realizzare un legame più stretto fra settore pubblico e privato e di promuovere un'incentivazione dell'agricoltura e dell'allevamento, quali punti chiave dell'economia nazionale. In politica estera il Governo Lange puntò a un maggior coinvolgimento della N.Z. nella regione del Pacifico e in particolare alla denuclearizzazione dell'area. A tal fine nel 1984 venne decisa la chiusura dei porti neozelandesi alle navi dotate di armi nucleari di qualsiasi tipo, decisione che provocò indirettamente la dissoluzione dell'ANZUS e la fine dell'alleanza militare con gli Stati Uniti (1985). Lange venne riconfermato nelle elezioni del 1987 e, nonostante qualche opposizione interna, si adoperò per un miglioramento dei rapporti tra la popolazione bianca e la minoranza Maori. Nel 1990 tornò al Governo il Partito nazionale e James Bolger venne nominato primo ministro, carica che conservò dopo il successo dei conservatori nel 1993. Nel 1994 gli Stati Uniti si dichiararono favorevoli a una ripresa dei contatti politici ad alto livello con la N.Z., interrotti in precedenza dal Governo laburista; tuttavia non venne ripresa alcuna forma di collaborazione militare tra i due Paesi, visto che la N.Z. continuò a mantenere il divieto di accesso ai porti alle navi con armamenti nucleari. Nel novembre 1997 Bolger si dimise e venne sostituito da Jenny Shipley, prima donna neozelandese a capo di un Governo. Nell'agosto 1998 una crisi portò alla disgregazione della coalizione di Governo, anche se la Shipley proseguì il proprio incarico. Le consultazioni del novembre 1999 portarono un'altra donna, Helen Clark, alla guida del nuovo Esecutivo. Nel settembre 2001 la N.Z. diede la sua disponibilità ad accogliere parte dei profughi salvati dal cargo norvegese Tampa e respinti per giorni dalle autorità australiane. Nel luglio 2002 le elezioni parlamentari riconfermarono per un secondo mandato il primo ministro laburista Helen Clark. Il rivale Partito conservatore registrò la più grave sconfitta elettorale degli ultimi 70 anni. Nell'agosto 2006 morì la regina dei maori Te Arikinui Dame Te Atairangikaahu; venne nominato nuovo re il figlio maggiore Tuheitia Paki.

LETTERATURA

La popolazione dei Maori elaborò una cultura che si espresse attraverso canti, miti e leggende orali. Gli studiosi sono soliti ascrivere le manifestazioni letterarie della civiltà maori a due fasi distinte: il primo periodo, il Moa Hunter, ebbe inizio nel X sec., con l'arrivo nell'isola dei primi gruppi di polinesiani; il secondo periodo, definito classico, il Fleet maori, coincise con la fase di maggior sviluppo della civiltà indigena prima del contatto con gli Europei, a partire dal Trecento. Dopo l'inizio della colonizzazione, la cultura maori cominciò a degenerare, mentre si sviluppò lentamente una letteratura neozelandese autonoma. Se, in un primo tempo, alcuni coloni mostrarono un vivo interesse per la civiltà indigena, successivamente i contrasti con le popolazioni locali portarono a un atteggiamento di indifferenza e di disprezzo per qualsiasi forma di produzione indigena. Furono prediletti i modelli inglesi dell'epoca vittoriana, e la letteratura neozelandese conobbe uno sviluppo molto simile a quello inglese. J.E. Fitzgerald e A. Domett si rifecero a Browning, ai preraffaelliti, a Tennyson; altri autori (come J. Vogel) celebrarono le imprese dei coloni e le guerre contro i Maori. Alla fine dell'Ottocento, terminata la fase colonialista, nel panorama letterario neozelandese si manifestò la tendenza a differenziare la produzione locale da quella inglese, nella rinnovata coscienza di un'autonomia culturale e grazie a una maggiore adesione da parte degli scrittori alla realtà contemporanea del Paese. Si collocano in questi anni di fermento i romanzi femminili di E. Searle Grossmann e le poesie di W. Pember Reeves. Con il passaggio della N.Z. a Dominion, i legami con l'Inghilterra e la cultura inglese si rafforzarono, e il processo di elaborazione di una letteratura autonoma e locale si arrestò. Alcuni autori si trasferirono in Inghilterra; fra questi Katherine Mansfield, che visse con sofferenza il distacco dalla patria, vagheggiata nelle sue opere come un ideale mondo di innocenza e purezza. Negli anni Venti sorse un nuovo interesse per la creazione di una letteratura nazionale. La rivista "Phoenix" si impegnò a far conoscere nuovi talenti, mentre venivano rielaborate le nuove tendenze americane e inglesi. In questa ritrovata vivacità si inseriscono i romanzi di R. Hyde (Passaporto per l'inferno, 1936; Né gli anni condannano, 1938), che offrono un quadro degli squilibri sociali del Paese e affrontano temi prettamente coloniali: isolamento, problemi di identità culturale, ecc. Dopo la seconda guerra mondiale il distacco dalla letteratura inglese divenne radicale. Le poesie di Ch. Brash e L. Johnson, i gruppi letterari di Wellington, Auckland, Christchurch, i racconti di F. Sargeson, i romanzi di J. Courage e di D. Davin sono i segni di un'attività intensa e di un panorama artistico dai lineamenti ormai definiti.

ARTE

L'arte maori, risultato dell'incontro tra la civiltà sviluppatasi nell'isola e quelle dell'oriente polinesiano, si espresse in particolare nella decorazione a intaglio e nella scultura, favorite dall'abbondante quantità di legname disponibile. Caratteristici della produzione maori sono le decorazioni per le imbarcazioni, i tukutuku (pannelli ingraticciati per le case di culto), gli hei tiki (pendagli da collo in pietra). In tutto il territorio neozelandese sono rimaste numerose tracce di pitture rupestri e di graffiti a soggetto zoomorfo e antropomorfo.