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Nàscita.

Il nascere, sia riferito all'evento fisiologico, sia con significato generico, come inizio dell'esistenza di un essere umano. ║ Per estens. - L'origine, la famiglia: di nobile n. ║ Per estens. - Lo spuntare di organi vegetali. ║ Per estens. - Il sorgere di astri. ║ Fig. - L'inizio di un'attività. ● Med. - V. PARTO. ● Dir. - La n., che si verifica con il distacco del feto vivo dall'alveo materno, segna il momento in cui l'uomo acquista la capacità giuridica. Il nato deve essere vivo, cioè tale che, separato dall'alveo materno, presenti le modificazioni a livello polmonare indotte dai primi atti respiratori. Il nato morto non acquista personalità giuridica; la vita di un istante è sufficiente perché il bambino acquisti diritti anche patrimoniali; con la morte successiva egli li trasmette ad altre persone. La dichiarazione di n. deve essere fatta all'ufficiale di stato civile entro dieci giorni dalla n. Se fatta successivamente, o se addirittura omessa, l'efficacia dell'atto è subordinata a una sentenza da parte del Tribunale. L'atto di n. costituisce prova della filiazione legittima (art. 236 Cod. Civ.). Nessuno può reclamare uno stato contrario a quello che gli attribuiscono l'atto di n. di figlio legittimo e il possesso di stato conforme all'atto stesso. Nel caso, però, di supposizione di parto o di sostituzione di neonato, può essere reclamato uno stato diverso, se si possiedono prove o testimoni. ● Etn. - In tutte le società, ma particolarmente in quelle primitive, la n. di un figlio, specie se si tratta del primogenito, è strettamente legata a credenze magico-religiose e dà luogo a riti e festeggiamenti cui partecipano tutti gli appartenenti al gruppo locale. I riti hanno in genere lo scopo di preservare il neonato da influenze malefiche e di liberare la madre, il figlio, ma anche il gruppo sociale dall'"impurità" del parto stesso e del sangue, attraverso varie pratiche apotropaiche. I nati deformi, i prematuri e, in genere, tutti quelli che presentano anomalie o stranezze, vengono talvolta soppressi, in quanto considerati conseguenza e prova di una colpa della madre. Per esempio, i parti gemellari sono considerati presso alcune popolazioni frutto di adulterio o di stregoneria, presso altre, invece, un dono della divinità e perciò un privilegio. Dopo il parto, varie sono le pratiche magiche e di purificazione. Cure particolari sono riservate alla placenta e al cordone ombelicale che vengono quasi sempre eliminati, per timore che possano essere usati in pratiche di stregoneria; alcune popolazioni tuttavia conservano il cordone ombelicale, disseccato, e lo considerano un amuleto. All'atto della n. seguono, presso varie popolazioni, deformazioni o mutilazioni, sia per motivi estetici che rituali (varie forme di perforazioni di parti del corpo, ecc.). Riti essenziali sono quelli del riconoscimento del neonato da parte del padre, dell'imposizione del nome (legato alla diffusa credenza dell'identità tra nome e anima) e, presso alcuni popoli, della presentazione alla divinità. Con questi riti, simili a quelli di iniziazione, il neonato è ammesso a far parte del gruppo. ● Psicol. - La psicoanalisi ha studiato ampiamente il fenomeno della n., considerata un'esperienza destinata a lasciare tracce profonde nella vita psichica. Freud fece riferimento all'evento della n. per spiegare la predisposizione umana all'angoscia; secondo S. Freud, infatti, la n., in quanto separazione dalla madre, costituirebbe il prototipo di una situazione angosciosa. O. Rank, con l'opera Trauma della nascita (1924), ha sostenuto che la n. costituisce un'esperienza traumatica per il neonato e che, in seguito, ogni mutamento di stato nella vita individuale ripete, più o meno larvatamente, tale trauma. La nevrosi rappresenterebbe un non avvenuto superamento del trauma stesso. Indiscutibile resta il fatto che l'adattamento richiesto al feto, nel momento in cui lascia il grembo materno per affrontare la vita atmosferica, è molto grande: da un modo di vivere puramente passivo, il neonato deve infatti rapidamente attivare tutta un serie di nuove funzioni corporee. ● Sociol. - Controllo delle n.: la possibilità di impedire la fecondazione, nella specie umana, fu sfruttata fin da tempi antichissimi. Nell'Ottocento, si sviluppò un movimento in favore del controllo delle n., sorto in seguito alla pubblicazione del saggio Essay (1798) di Th.R. Malthus. Malthus proponeva la continenza come mezzo per limitare il numero delle n.; benché le sue teorie demografiche si fossero più tardi rivelate infondate, diedero origine ad un movimento d'opinione, portato avanti soprattutto da alcuni suoi seguaci, tra cui J. Stuart Mill e soprattutto F. Place. Favorevoli ad un contenimento artificiale delle n., Mill e Place affermarono la necessità di ricorrere su larga scala a metodi anticoncezionali. Nacque così il Neomaltusianesimo, che negli Stati Uniti d'America trovò come principale propagandista Ch.L. Knowlton (1833) e, più tardi, ancora in Inghilterra, G. Drysdale (1854). Il movimento incontrò favore, ma risvegliò anche vivaci contrasti nei Paesi anglosassoni e l'opposizione della Chiesa cattolica. Il costante incremento della popolazione del mondo, particolarmente intenso in alcuni Paesi in cui le condizioni di vita sono assolutamente inadeguate per un gran numero di abitanti, fornisce il maggior argomento per questa propaganda. I mezzi indicati per ottenere la limitazione volontaria delle n. sono di varia natura: sterilizzazione chirurgica o con raggi X, procurato aborto, antifecondativi chimici, impedimenti meccanici, metodi naturali. Le previsioni di alcuni studiosi hanno riproposto il problema dell'equilibrio tra popolazioni e risorse in termini drammatici: nel 1992 la popolazione mondiale ha raggiunto i 5 miliardi e mezzo; secondo le stime dell'ONU, nel 2025 si dovrebbero toccare quasi gli 8 miliardi e mezzo di individui. Tale "esplosione" della popolazione, non essendo accompagnata da un uguale tasso di sviluppo economico, rischierebbe di accrescere la miseria e le diseguaglianze nel mondo a scapito soprattutto dei Paesi più poveri. Di qui l'esigenza di regolare lo sviluppo demografico, pianificandolo.