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Novecento.

Movimento artistico italiano. Contro le Avanguardie storiche, i novecentisti miravano al ritorno ai modelli della tradizione e all'ordine. ║ In pittura e scultura, il N. si espresse nello studio dei primitivi (Giotto) e nello studio della forma-volume. Il gruppo si costituì a Milano nel 1922 per iniziativa di alcuni pittori (A. Bucci, A. Funi, P. Marussig, U. Oppi, M. Sironi, ecc.) e si sciolse nel 1935, per ricomporsi più tardi con nuovi elementi. Nel 1924, con il patrocinio di M. Sarfatti, intima amica di Mussolini, fece il suo ingresso alla Biennale di Venezia. Il N. non raggiunse, però, né unitarietà né omogeneità, rimanendo sempre un movimento composto da elementi di provenienze differenti: M. Maccari, O. Rosai, P. Conti arrivavano, infatti, dalle esperienze di Strapaese; F. De Pisis, G. Morandi, F. Casorati auspicavano una cultura europea; A. Tosi, P. Semeghini, R. De Grada, V. Guidi si fecero promotori di un intimismo naturalistico. Alcuni si staccarono dal N., arrivando con il gruppo milanese e con Scipione a criticarne gli agganci con il regime. ║ In architettura un'esperienza analoga fu quella del gruppo milanese, che ebbe in G. Muzio il massimo rappresentante. ● Lett. - Movimento letterario (detto anche Novecentismo) di cui fu animatore M. Bontempelli e organo la rivista omonima ("900"). Propugnò il culto dell'immaginazione, dell'avventura, dell'intelligenza dominatrici della realtà e creatrici di nuovi miti. Fra gli scrittori, assai differenti tra loro, che vi aderirono, citiamo: C. Alvaro, E. Cecchi, P. Mac Orlan, R. Gómez de la Serna, J. Joyce, D.H. Lawrence, I.G. Erenburg, ecc.