Pseudonimo di
Friedrich Leopolod von Hardenberg. Poeta tedesco. Di nobile
famiglia protestante, educato in un clima di rigido pietismo, la sua vita (forse
anche per la costituzione fisica cagionevole) fu presto intrisa del senso
imminente della morte che lo accompagnò sempre, influenzando anche la sua
produzione artistica. Dopo i primi studi, nel 1790 si iscrisse
all'università di Jena dove seguì le lezioni di Schiller. Nel 1791
passò a Lipsia, dove conobbe Schlegel che ne divenne il confidente.
Passato a Wittenberg, si laureò nel 1794 e, secondo la volontà
paterna, iniziò la carriera burocratica. Nello stesso anno
incontrò Sophie von Kühn (morta di tisi nel 1797), alla quale sono
dedicati gli
Inni alla notte (1797-99). Nel 1797 divenne ispettore delle
saline e assessore a quelle di Weissenfels.
N. è considerato il
maggiore rappresentante del Romanticismo di Jena. Alla giovane fidanzata, come
ricordato,
N. dedicò i sei
Hymnen an die Nacht (Inni alla
notte), un testo chiave per chiarire la sua posizione nell'ambito del
Romanticismo. La giovane appare sublimata, simbolo di Cristo, della Terra e
della Sapienza, anima dei Regni della natura e della notte.
N. teorizza
l'
idealismo magico, l'idea che, conferendo al finito una grazia infinita,
sia possibile carpire il mistero del mondo, che è messaggio poetico e
mistico, comprensibile ai mediatori, ossia al sacerdote, allo scienziato e
all'artista.
N. afferma il dominio dello spirito sul corpo e sul mondo
esterno, e professa la fede nell'armonia tra spirito e natura, tra finito e
infinito. Questo pensiero ispirò quasi tutte le sue opere: dai frammenti
pubblicati su "Athenäum" (
Polline, 1798;
Fede e amore, 1798),
ai
Canti spirituali (1799), al romanzo frammentario
I discepoli di
Sais (1798). Quest'ultimo è un dialogo tra neoplatonici e termina con
la prima favola romantica
Hyazinth und Rosenblütchen (Giacinto e
Fiorellin di Rosa). Notevole, inoltre, il saggio
La cristianità ossia
l'Europa (1799), dove
N. contrappone alla scissione del mondo moderno
la concezione religiosa universalistica del Medioevo. All'ideale medievale
risponde anche il suo
Bildungsroman, l'
Heinrich von Ofterdingen
(1798-1801; pubblicato postumo nel 1802), vero e proprio contraltare al
Guglielmo Meister di Goethe (Wiederstedt, contea di Mansfeld 1772 -
Weissenfels, Halle 1801).