(dal latino
nomenclatura: elenco di nomi). Complesso di termini, ordinati
in maniera sistematica, secondo norme convenzionali, con cui vengono definiti
gli oggetti di una determinata scienza, disciplina, arte. Scopo della
n.
scientifica è quello di tendere alla maggior unificazione possibile della
terminologia impiegata nelle varie discipline. Generalmente, la scelta dei
singoli nomi è legata etimologicamente a parole greche e latine che ne
spieghino il significato, talora si richiama al nome dello scopritore di
determinate sostanze o oggetti. ║
N. botanica e
zoologica:
la classificazione di ogni specie vegetale o animale è basata sulla
n.
binomia, introdotta da C. Linneo nel 1753. In base ad essa ogni specie
è indicata con due nomi latini: il primo definisce il genere cui la
specie appartiene, è un sostantivo e si scrive con l'iniziale maiuscola;
il secondo è l'appellativo specifico, generalmente un aggettivo, scritto
in minuscolo. Le sottospecie vengono designate con una
n. trinomia (per
esempio:
Rana esculenta marmorata). Per quanto riguarda le desinenze, in
botanica la desinenza dell'ordine è in
ales, quella della famiglia
in
aceae e quella della sottofamiglia in
oideae. In zoologia non
si usa una desinenza fissa per l'ordine: in genere essa è in
formes; il sottordine termina in
oideae, la famiglia in
idae; la sottofamiglia in
inae. Quando una specie è stata
definita con due nomi distinti, prevale quello più antico, a meno che il
secondo non sia scientificamente più corretto. Perché un nome
abbia validità, deve essere conforme alle
Regole internazionali di
n. adottate dalle Commissioni internazionali. ║
N. chimica: la
codificazione delle norme di
n. è stata fissata dalla IUPAC
(International Union of Pure and Applied Chemistry), che prevede regole separate
per la
n. chimica inorganica e la
n. chimica organica. La prima si
basa sulla composizione di una sostanza e sul presupposto che un composto sia
sostanzialmente binario, cioè formato da due sole specie atomiche. La
parte più elettropositiva del composto viene indicata per prima ed
è seguita dalla parte più elettronegativa, che dà il nome
al composto attraverso la desinenza
-uro o
-ato, a seconda se sia
monoatomico o poliatomico (ad eccezione dell'ossigeno, definito
ossido).
Il numero di atomi di ciascuna specie è indicato con i prefissi
mono,
di, tri, tetra, ecc. Per esempio: CO
2, diossido di carbonio;
NaCl, cloruro di sodio; H
2S, solfuro di idrogeno. Per indicare il
numero degli atomi si può ricorrere anche alla
notazione di Stock,
facendo seguire al nome il numero degli atomi reso con numero romano tra
parentesi. I sali degli idracidi vengono indicati con il suffisso
-uro
apposto al nome del catione corrispondente al metallo con cui l'idracido forma
il sale, seguito dalla preposizione
di e dal nome del metallo (per
esempio: HCl, cloruro di idrogeno, anziché acido cloridrico). La
n.
chimica organica, basata anch'essa sul sistema IUPAC, fa riferimento
essenzialmente alla formula di struttura. Il nome di un composto viene stabilito
sulla base dello scheletro idrocarburico della sua struttura molecolare. Sono
tuttora utilizzati, comunque, nomi pratici detti nomi d'uso. ║
N.
medica: insieme di consuetudini prevalenti nella denominazione di fenomeni
patologici. In mancanza di un criterio uniforme, generalmente il nome della
malattia si fa derivare da quello dell'organo colpito, con l'aggiunta di
prefissi o suffissi (per esempio, il suffisso
-ite indica infiammazione:
peritonite, bronchite, ecc.; il suffisso
-osi uno stato degenerativo:
necrosi, artrosi, ecc.). In altri casi il nome descrive il sintomo principale,
oppure è sostituito dal nome dello scopritore della malattia, o da quello
del luogo dove si manifesta frequentemente. ║
N. geologica: in
mancanza di criteri ben determinati, le regole più comuni prevedono che i
termini cronologici siano derivati dal greco (Mesozoico, Neozoico, ecc.). Nomi
del linguaggio comune sono impiegati per indicare strutture o fenomeni (faglie,
fosse, pieghe, regressione, ecc.). ║
Cristallografia: la
n.
fa riferimento alla geometria solida per indicare le forme dei cristalli, al
greco per la denominazione delle classi e dei sistemi di simmetria.