Ceto sociale tipico delle società preindustriali, contraddistinto da
prerogative e privilegi trasmessi per diritto ereditario. La giustificazione di
una condizione di privilegio, intesa come diritti dovuti alla virtù,
traspare nel termine
aristocrazia (governo dei migliori), impiegato come
sinonimo di
n. ║ Fig. - Signorilità, elevatezza morale.
● St. - L'esistenza di gruppi sociali eminenti in termini di potere,
prestigio e ricchezza è attestata presso tutte le società antiche.
L'origine della
n. europea in particolare risale all'età
romano-barbarica, con la formazione di un ceto di guerrieri che, divenuti gli
alti ufficiali della corte e dello Stato, ed esercitando dominio e protezione
sugli altri uomini, si vedono riconosciuto uno status di eccellenza. Il termine
nobilitas (il carattere di chi è noto, in quanto membri della
propria famiglia hanno ricoperto cariche elevate e onorifiche) compare nei secc.
V-IV a.C., quando il progressivo livellamento fra patrizi e plebei porta alla
formazione di una nuova classe di "notabili" su base censitaria, il cui criterio
di appartenenza è l'esercizio di una carica curule da parte di un
antenato. Prerogative riconosciute alla
nobilitas diventano il diritto di
trasmettere il proprio cognome, di esporre le immagini degli antenati e di
accedere alle più alte cariche dello Stato. In età imperiale, il
criterio censuario per l'appartenenza alla
nobilitas diventa
discriminante e, di conseguenza, la base di reclutamento dei
nobiles si
allarga fino a comprendere famiglie dell'ordine equestre oppure scelte
direttamente dall'imperatore fra le persone di sua fiducia. A partire da
Costantino l'antica aristocrazia romana perde progressivamente peso, in quanto
diventa determinante per l'accesso alle più alte cariche statali la
scelta compiuta dall'imperatore fra le persone appartenenti al suo seguito, i
comites (da
comes deriverà, poi, il titolo nobiliare di
conte). La
n. romana e il sistema di proprietà terriera ad essa
connesso sono completamente eliminati in seguito alle invasioni dei popoli
germanici, venendo progressivamente meno, a causa delle condizioni dell'Impero,
la distinzione fra gerarchia militare e civile. Si affermano, con un processo
differente da zona a zona, quelle famiglie i cui membri, spesso scelti come alti
funzionari e capi militari dai re germanici, riescono per ricchezza, prestigio,
abilità guerriera a supplire alla carenza di ordinamenti giuridici,
amministrativi, militari dello Stato. A partire dall'età carolingia, con
lo svilupparsi del sistema feudale, questa
n., i cui privilegi non
derivano dalla nascita, ma dagli uffici ricoperti, si trasforma in un ceto
sociale, dipendente dall'autorità del sovrano, che si trasmette da una
generazione all'altra insieme alla proprietà di grandi beni fondiari, ai
titoli (
comes,
dux,
baro) e alle funzioni delle cariche
pubbliche. Si crea una rete di proprietari terrieri che sono, al medesimo tempo,
funzionari imperiali e detentori di una serie di benefici, quali quello di
tenere delle truppe, di battere moneta e di riscuotere un tributo da quanti
attraversassero le loro terre. Nell'XI sec. viene riconosciuto giuridicamente il
diritto di ereditarietà del feudo (
constitutio de feudis, 1037) e,
conseguentemente, il diritto di trasmissione dei titoli, dei privilegi e degli
oneri connessi allo
status di nobile, fermo restando la potestà in
materia propria dell'imperatore e del papa. Contemporaneamente diventa sinonimo
di
n. l'adesione a tutto un sistema di valori di origine
cristiano-cavalleresca incentrato sul concetto di virtù, testimoniato
nelle
chansons de geste. Con lo sviluppo delle città si afferma,
parallelamente, una
n. che è espressione dei ceti mercantili e
artigiani, i cui membri vengono scelti per ricoprire le cariche civiche; il
concetto di
n. si associa a quello di virtù civica, vita spesa al
servizio dello Stato. L'età illuministica, con la diffusione delle idee
di uguaglianza e dignità della persona, così come la decadenza del
sistema economico feudale, fondato sulla proprietà terriera, e la nascita
dei grandi Stati nazionali, determinano il progressivo indebolimento della
classe nobiliare e l'abolizione dei suoi privilegi giuridici, un processo
accelerato dalla Rivoluzione francese. Anche lo sviluppo industriale, che si
verifica dalla metà del XIX sec., favorendo la nascita e il rafforzamento
economico della borghesia, costituisce una delle cause della decadenza della
n., spesso incapace di adeguarsi alla nuova realtà
economico-sociale. In età contemporanea la
n. è
sopravvissuta come classe sociale sottoposta, al pari delle altre, alle leggi
dello Stato; negli Stati a costituzione repubblicana i titoli nobiliari sono
stati in genere aboliti, o comunque non danno luogo a privilegi sociali o
politici, mentre in quelli ad ordinamento monarchico si è mantenuto il
diritto del sovrano di conferirli. Nell'ordinamento costituzionale italiano i
predicati e i titoli nobiliari sono privi di valore giuridico; qualora risalgano
ad epoca anteriore all'avvento del Fascismo, possono essere riconosciuti come
parte integrante del nome.