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Nō, Teatro del.

Genere del teatro classico giapponese che unisce elementi drammatici, canto e danza. Nato verso la fine del XIV sec. dalla fusione di generi preesistenti quali il sarugaku (danze di scimmie) e il dengaku, segnò il passaggio definitivo dalle manifestazioni ritualistiche alle forme moderne di rappresentazione, realizzando per la prima volta drammi basati sull'antiteticità di palcoscenico e pubblico. Il t. del N. rielaborò elementi della tradizione buddhista e scintoista. Gli artefici di tale riforma furono Kan'ami (1334-1384) e il figlio Zeami (1363-1444), al quale va attribuita la definizione del genere: l'opera teatrale doveva essere come un fiore (hana) che si mutava e si consumava sotto gli occhi degli spettatori senza mai riprodursi allo stesso modo. Per ottenere ciò era necessario seguire le regole del cosiddetto "cammino" (do), secondo il quale l'opera doveva essere misteriosa e affascinante, la realtà doveva essere privata delle apparenze e svelarsi come surrealtà (monomane), bisognava suscitare stupore negli spettatori e ricercare l'unicità dell'azione attraverso la consonanza tra autore e attore; infine, era necessario giungere ad un perfetto equilibrio, mescolando linguaggio verbale, gestuale e musicale. Dopo Zeami il t. del N. conobbe una fase di decadenza: il repertorio, divenuto ormai classico, sotto i Tokugawa (1600-1688) si ridusse a una forma di esercitazione estetica di gusto raffinato ed elaborato riservato alle classi colte e aristocratiche. Si contano circa 240 opere, la maggior parte delle quali risale a Zeami. Uno spettacolo del t. del N. può comprendere da tre a cinque drammi, intervallati da alcune farse, incentrati su un unico protagonista (lo shite), evocato dal waki (il secondo attore). Gli attori sono esclusivamente uomini; i principali indossano una maschera. Accanto ai due protagonisti va ricordato il ruolo del coro, che ha il compito di dar voce ai loro pensieri e alle loro parole. I temi delle rappresentazioni sono tratti da fatti e leggende dell'antico Giappone, di cui si celebra il passato glorioso, attraverso il ricordo delle antiche virtù feudali di lealtà e obbedienza al sovrano e dei valori della dottrina buddhista, del patriottismo e dell'amore materno. I drammi venivano rappresentati su un palcoscenico quadrato, sul quale si sedevano gli spettatori divisi in due lati. Su un altro lato vi era una sorta di balconata, che ospitava un coro di dieci cantanti, mentre nella parte posteriore era collocato un piccolo palco con quattro musicisti. Gli attori entravano e uscivano attraverso una passerella collocata sulla sinistra del palcoscenico. Non esisteva alcun tipo di scenario. La diffusione del t. del N. è attualmente affidata alle compagnie Hosho Kanze, Kongo, Konparu e alla scuola Kita.