Giornalista, critico letterario e uomo politico francese. Compiuti gli studi
universitari, si trasferì a Parigi dove collaborò alla rivista
"Journal des Débats". Repubblicano convinto, si legò ai gruppi di
opposizione e, nel 1830, partecipò attivamente alla rivoluzione
combattendo sulle barricate; passò poi al gruppo liberale, opponendosi a
Luigi Filippo. Nel 1833 pubblicò il
Manifesto contro la letteratura
facile, in cui attaccò il Romanticismo in nome di un'acritica
venerazione per la tradizione classica. A questo primo libello fece seguire il
saggio polemico
I poeti latini della decadenza (1834). A queste sue prese
di posizione in letteratura si accompagnarono analoghe scelte in politica, dove
N. si schierò sempre più apertamente con le tendenze
conservatrici. Ottenuta la cattedra di Letteratura francese sotto il ministero
Guizot e nominato consigliere di Stato, sacrificò definitivamente ogni
aspirazione repubblicana e fu eletto deputato. Diresse, nel frattempo, l'ampia
edizione della
Collezione dei classici latini che porta il suo nome, ed
espresse compiutamente le proprie teorie artistiche nella
Storia della
letteratura francese (1844-61) che, sebbene condotta secondo vecchi schemi
retorici, non è priva di osservazioni interessanti e pregevoli. Dopo la
rivoluzione del 1848 perse ogni incarico, ma il successivo colpo di stato di
Napoleone III gli permise di accedere alla cattedra di Eloquenza francese alla
facoltà di Lettere e, più tardi, all'Ecole normale. Fu infine
nominato senatore. Fra le sue opere ricordiamo ancora:
Studi sul
rinascimento, Miscellanea di storia e di letteratura, Ritratti e studi di storia
letteraria (Châtillon-sur-Seine, Côte-d'Or 1806 - Sanremo,
Imperia 1888).