Stats Tweet

Nirvana.

Voce sanscrita: estinzione. Termine impiegato nelle tre grandi religioni dell'India (Buddhismo, Gianismo e Induismo) per indicare la suprema salvezza. Nei testi canonici del Buddhismo, il n. è ritenuto la terza delle quattro nobili verità, consistente nella cessazione del dolore e del desiderio, e di conseguenza identificato con la cessazione del ciclo di nascita e di morte (il samsara). Il n. comporta, quindi, la fine dell'essere empirico e, proprio per questo, può essere definito solo per analogia e per metafora. Con il Buddhismo storico il n. viene meglio codificato. Esso viene così legato al concetto di atman (non sostanzialità) dell'individuo, che, quindi, nel n. si annullerebbe. Anche se il pannirvana si consegue solo dopo l'ultima incarnazione, il n. può essere raggiunto anche in questo mondo attraverso l'illuminazione suprema (bodhi) ed è caratterizzato da uno stato di felicità suprema, che non si perderà più per tutto il resto della vita. Nel Gianismo il n. coincide con il siddhi e il mukti, ossia con la perfezione e la salvezza, intesa quest'ultima, non solo come uscita dal circolo della reincarnazione, ma anche come completa conoscenza della propria coscienza. Nell'Induismo il n. è la suprema liberazione in senso escatologico: è purificazione dell'anima attraverso cui si giunge all'unione con Dio. ║ Fig. - Felicità; ideale di puro godimento dello spirito; annullamento di ogni concreta realtà. ● Psicol. - In psicoanalisi, principio del n. è stata chiamata da Barbara Low, e poi da S. Freud, la tendenza ad abbassare ed estinguere la tensione provocata da ogni genere di stimoli. Cannon sostituì il termine n. con quello di omeostasi.