Al secolo
Nikita Minov. Patriarca di Mosca. Dopo aver preso i voti, fu
per dieci anni prete secolare, prima nel paese natale e in seguito a Mosca, fino
a quando nel 1635 si fece monaco. Nel 1646 divenne archimandrita del monastero
Novo-Spasskij a Mosca, quindi nel 1649 metropolita di Novgorod e nel 1652,
grazie all'appoggio dello zar Alessio Michajlovic, fu nominato patriarca di
Mosca. Cercò di attuare una riforma etica e liturgica della chiesa russa,
modificando alcuni usi rituali e correggendo i testi liturgici sulla base degli
scritti greci. Ma la rottura della tradizione e i modi risoluti e violenti messi
in atto per attuare tali riforme, sollevarono l'opposizione dei conservatori che
diedero vita allo
scisma dei vecchi credenti. Successivamente, i
tentativi di estendere l'autorità del patriarca, svincolandola
dall'influsso del potere regale, gli resero ostile anche lo zar Alessio.
Nonostante
N. avesse abbandonato Mosca, lo zar convocò un concilio
(1666-67), cui parteciparono anche i patriarchi ortodossi di Antiochia e
Alessandria. In questa sede la riforma liturgica di
N. venne approvata, i
vecchi credenti condannati e
N. deposto dalla carica di patriarca.
Fuggito in un monastero e relegato in isolamento punitivo,
N. fu
richiamato a corte nel 1681 dallo zar Fedor III, ma morì durante il
viaggio verso Mosca. Venne riabilitato dopo la morte (presso Niznij Novgorod
1605 - Jaroslavl' 1681).