Scrittore e patriota italiano. Figlio di un pretore,
N. trascorse
l'infanzia e l'adolescenza spostandosi di città in città al
seguito del padre. Nel 1847 si spostò da Mantova a Cremona e quindi a
Pisa, per tornare poi a Cremona nel 1849 a terminare il liceo. Dopo essersi
laureato in Giurisprudenza,
N. iniziò la sua attività di
scrittore, spaziando nei campi della narrativa, del teatro, della critica, del
giornalismo e della poesia e concentrando gran parte della sua vasta produzione
nel periodo compreso tra il 1854 e il 1859. Nel 1859 partecipò alla
seconda guerra d'indipendenza come volontario garibaldino; fu, questa,
l'occasione per un ripensamento dei temi politici e ideologici, di cui sono
testimonianza vari scritti. Soprattutto, è importante l'incompiuto
Frammento sulla rivoluzione nazionale, scritto quasi certamente subito
dopo il Trattato di Villafranca (1859) che, imposto da Napoleone III, diede un
duro colpo al movimento indipendentista in una fase invece favorevolissima della
lotta antiaustriaca. Ma l'iniziativa militare riprese immediatamente: agli inizi
del maggio 1860, Garibaldi diede il via all'impresa dei Mille e
N. vi
partecipò, morendo sulla strada del ritorno per il naufragio del
piroscafo sul quale era imbarcato. La produzione letteraria di
N.
è vastissima. Da un lato, infatti, egli comprese l'importanza di
rivolgersi al grande pubblico dei giornali e scrisse pertanto numerosi articoli;
dall'altra, fu dotato di una vena creativa prodigiosa nel campo della narrativa
d'invenzione e della poesia. Lasciò, inoltre, varie traduzioni (Heine,
canti popolari greci) e un vastissimo epistolario. Tra le opere ricordiamo i
romanzi
Antiafrodisiaco per l'amor platonico (1851),
Angelo di
bontà (1855),
Il conte pecoraio (1856),
Le confessioni di
un italiano (1857-58, pubblicato postumo nel 1867), le tragedie
I
Capuani (1857),
Spartaco (1857), le novelle (tra cui
Il Varno,
1856), successivamente raccolte nel
Novelliere campagnuolo, le raccolte
poetiche
Versi (1854),
Le lucciole (1858),
Gli amori
garibaldini (1859). Nell'opera più famosa,
Le confessioni di un
italiano (V.
CONFESSIONI D'UN
ITALIANO, LE),
N. seguì, attraverso gli ottantatré anni di vita del
protagonista, Carlino Altoviti, le vicende dell'unificazione nazionale italiana;
nella finzione letteraria, il protagonista, anche narratore, è un
democratico moderato.
N. volle fare del protagonista delle
Confessioni il tipo esemplare dell'italiano attivo durante il
Risorgimento. In altri termini, le
Confessioni dovevano essere il romanzo
dell'unità nazionale quale essa era stata effettivamente, e cioè
moderata: una combinazione di democrazia politica e di conservazione sociale.
Questi erano i veri intenti di
N., che vennero distorti per oltre mezzo
secolo dal moderatismo monarchico, fin da quando il romanzo venne pubblicato per
la prima volta nel 1867 dall'editore Le Monnier con l'arbitrario titolo:
Le
confessioni di un ottuagenario. Il grande romanzo di
N. è,
inoltre, importante per lo sviluppo e il rinnovamento che portò
nell'ambito del romanzo storico. In questo senso, si può affermare che
N. segna la fase di passaggio dal romanticismo manzoniano al verismo
verghiano (Padova 1831 - mare di Sicilia 1861).