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Niebuhr, Barthold Georg.

Uomo politico e storico tedesco. Figlio dell'esploratore Carsten, nel 1794 entrò all'università di Kiel per studiarvi Lingue moderne, Diritto ed Economia; si applicò, inoltre, allo studio dell'antichità classica, della filologia e della filosofia. Dal 1796 al 1806 ricoprì diversi incarichi nell'amministrazione finanziaria del Regno di Danimarca, divenendo fra l'altro direttore della Banca centrale dell'amministrazione delle colonie danesi. Successivamente, entrò al servizio del Governo prussiano, esplicando le sue attività nello sforzo di riordinare le dissestate finanze della Prussia. A causa dei contrasti sorti con il cancelliere Hardenberg, abbandonò i suoi incarichi per andare a occupare il posto di professore di Storia romana all'università di Berlino. Risale a questo periodo la stesura, derivata dalle lezioni accademiche, dei primi due volumi della sua Storia romana (1811-12), cui si aggiunse un terzo volume pubblicato postumo nel 1832. Nel 1814 abbandonò la cattedra per presentarsi volontario nella guerra contro Napoleone. Avuto il divieto dal re Federico Guglielmo II di combattere, gli vennero affidate complesse trattative di carattere economico con l'Inghilterra, che si protrassero fino al 1814. Nel 1816 fu nominato ambasciatore della Prussia presso la Santa Sede. In questa veste, stipulò nel 1821 un concordato con il papa e ottenne la ricostituzione dell'Arcivescovado di Colonia. Nel 1823 tornò in Prussia, insegnò a Bonn dove tenne lezioni di Storia antica, di Antiquaria ed Etnologia; tenne anche un corso sulla Rivoluzione francese. Durante un viaggio a Roma, scoprì le Institutiones di Gaio e frammenti di orazioni di Cicerone e di opere di Livio. La sua visione della storia romana era ispirata da una decisa simpatia per l'elemento popolare, visto in continua contraddizione con l'aristocrazia. Per quanto riguarda l'attendibilità delle tradizioni e delle leggende romane, N. sostenne l'importanza di tenerle presenti nel lavoro di elaborazione storiografica accanto a documenti di cui egli stesso si preoccupava di comprovare l'autenticità, sulla scorta di precisi studi filologici. La sua opera ha influenzato tutti i successivi studiosi di Storia romana (Copenaghen 1776 - Bonn 1831).