Poligrafo bizantino. Prese parte alle controversie teologiche del tempo: il suo
nome è legato agli interventi contro Gregorio Palamas e contro le sue
teorie sulla distinzione, nella stessa nozione di Dio, di elementi primari e
secondari. Condannato dal patriarca Callisto nel Sinodo di Costantinopoli del
1351, si ritirò in monastero. Scrisse opere di genere e argomento vari.
La sua opera più importante è la
Storia bizantina, che
comprende il periodo centrale del XIV sec., del quale offre interessanti
informazioni anche la sua
Corrispondenza. Tra i suoi scritti filosofici
si ricordano: il Commento ai
Sogni di Sinesio, nel quale definì
l'immaginazione una facoltà profetica; i dialoghi
Sulla scienza,
sulla disputa tra
N. e Barlaam Calabro, seguace dell'aristotelismo; i
dialoghi
Dei millantatori, una pungente satira contro i sofisti (Eraclea,
Bitinia 1290 o 1291 - Costantinopoli 1360).