Filosofo e teologo francese. Studiò a Parigi, divenendo poi maestro alla
Sorbona. Seguace di Guglielmo d'Occam, condusse alle estreme conseguenze le
premesse del maestro. Ammise come certe solo le conoscenze immediatamente
evidenti, posto che l'evidenza si abbia sulla base della constatazione
sperimentale o sull'affermazione dell'identità di una cosa con se stessa.
Egli applicò rigorosamente questa dottrina ai concetti di
sostanza
e di
causa, giungendo a concludere che la filosofia di Aristotele non
contiene probabilmente neppure una proposizione rigorosamente dimostrata. Per
queste sue affermazioni è stato definito lo Hume del Medioevo. Esonerato
dall'insegnamento e convocato ad Avignone, alla corte pontificia di Benedetto
XII, per rispondere di alcune sue tesi, fu condannato nel 1346 e costretto alla
ritrattazione. I suoi scritti furono bruciati e di essi rimane solo il trattato
Satis exegit ordo (Autrecourt, Verdun 1300 circa - Metz dopo il
1350).