Stats Tweet

Newman, John Henry.

Cardinale, teologo e scrittore inglese. Appartenente a una ricca famiglia di banchieri di religione anglicana, si orientò presto verso gli studi teologici e frequentò il Trinity College di Oxford. Si convertì ai principi calvinisti ("prima conversione"), ma non abbandonò la Chiesa anglicana. Ordinato sacerdote nel 1824, fu dapprima coadiutore alla Saint Clement Church di Oxford e nel 1827 divenne parroco della chiesa dell'università locale. Contemporaneamente insegnava e si dedicava alla speculazione teologica. Nel 1832 intraprese un lungo viaggio durante il quale poté visitare il Medio Oriente, la Grecia, l'Italia e che avrebbe svolto una notevole influenza sugli sviluppi del suo pensiero. N., intanto, era divenuto una delle guide più prestigiose e degli animatori più vivaci del cosiddetto "movimento di Oxford" che, forte della partecipazione di numerosi teologi anglicani, promuoveva, anche attraverso la pubblicazione di interventi e di saggi, una rinascita religiosa del mondo anglicano. Nel corso di un decennio di intenso studio e di meditazione, N. maturò la propria conversione al Cattolicesimo, avvenuta ufficialmente nel 1845. Due anni dopo fu ordinato sacerdote cattolico a Roma, entrando nella Congregazione dell'Oratorio (che più tardi N. avrebbe introdotto anche in Inghilterra); ma nel mondo cattolico egli non mancò di incontrare difficoltà a causa della sua apertura mentale e delle sue posizioni teologiche non scolastiche, pur diventando un importante punto di riferimento per il modernismo cattolico. Ritornato in Inghilterra, nel 1851 divenne rettore della nuova università cattolica di Dublino. Contrario al dogma dell'infallibilità pontificia, proclamato dal Concilio del 1870, e all'orientamento ultramontano che aveva trionfato nel Concilio convocato da Pio IX, venne a trovarsi al centro di polemiche sia con teologi anglicani sia cattolici. Nel 1879 fu tuttavia creato cardinale da papa Leone XIII. Oltre che teologo, fu anche apprezzato poeta (Il sogno di Geronzio, 1866) e scrittore in prosa, dotato di uno stile efficace e vivace nella vasta gamma di sentimenti che è capace di esprimere e comunicare, dall'ironia al pathos. La sua opera più nota e di maggior valore è il Saggio a sostegno di una grammatica dell'assenso (1870); composto in difesa del concetto cattolico di tradizione contro lo scritturalismo protestante, il saggio verte sul concetto di genesi psicologica dell'atto di fede. Contestando il razionalismo e il liberalismo teologico, N. cercò di dimostrare che il fondamento dell'atto di fede non va ricercato nell'attività logica dell'uomo, ma nella conoscenza diretta della realtà (real apprension). Egli pone, infatti, una precisa distinzione tra "assenso nozionale" e "assenso reale", stabilendo la priorità dell'assenso sul procedimento intellettivo. La fede, cioè, non si fonda su un'adesione razionale ad una verità, ma su una partecipazione concreta che impegna l'uomo nella sua totalità. Gli scritti di N., che occupano un posto di rilievo anche nel panorama letterario inglese dell'età moderna, sono raccolti in 40 volumi, pubblicati tra il 1878 e il 1921. Ricordiamo, oltre alla Grammatica dell'assenso, le seguenti opere: Gli Arabi del quarto secolo (1833), Prediche parrocchiali e non (8 volumi, 1834-43), Prediche concernenti argomenti del giorno (1843), Saggio sullo sviluppo della dottrina cristiana (1845), Perdite e profitti (1848), Conferenze sul Cattolicesimo in Inghilterra (1851), Apologia pro vita sua (1864) (Londra 1801 - Edgbaston, Birmingham 1890).