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Neoscolàstica.

(o Neotomismo). Corrente filosofica che propone un ritorno critico allo spirito e al pensiero della Scolastica medioevale. Il ritorno a quella "prima Scolastica" che aveva toccato le sue vette più alte nel XIII sec. con Tommaso d'Aquino, era stato già tentato nel corso del XVI sec., nell'ambito della controriforma cattolica; questa "seconda Scolastica" trovò validi rappresentanti soprattutto in T. De Vio, in Silvestro da Ferrara, in Molina e nel cardinale R. Bellarmino. Alla fine del XIX sec. l'interesse per la Scolastica diede origine ad una nuova rinascita di pensiero, detta perciò anche "terza Scolastica" e caratterizzata da un'ispirazione nettamente spiritualistica e dall'intento di contrastare le tendenze della filosofia moderna che si erano espresse da Cartesio in poi, in netta opposizione quindi all'Illuminismo, al Materialismo e al Sensismo che non avevano risparmiato una cauta penetrazione anche nell'ambiente ecclesiastico. La filosofia N. si identificò con un ritorno critico allo spirito del pensiero medioevale e in particolare al realismo della metafisica dell'ente, abbandonando pertanto l'identificazione tra filosofia e storia imposta dal pensiero moderno in nome del valore eterno di una verità che comunque non rinnega i valori storici. È inesatto tuttavia includere in questo movimento anche le coeve correnti che si rifacevano ad Agostino e che si differenziano nettamente dal Neotomismo. L'iniziatore del movimento fu il canonico Vincenzo Buzzetti (1777-1824), professore di Filosofia e Teologia del seminario di Piacenza. Molto importante fu anche il contributo dei suoi allievi, i fratelli Serafino e Domenico Sordi, entrati entrambi nella Compagnia di Gesù. Le prime battaglie furono condotte, oltre che contro il sensismo e l'illusionismo cattolico, contro rosminiani e giobertiani. Centro del movimento divenne la "Civiltà Cattolica", fondata a Napoli dal gesuita C. Curci nel 1848 e trasferita a Roma l'anno seguente. I principali promotori e animatori del movimento, oltre ai fratelli Sordi, in particolare Serafino, furono i gesuiti Luigi Taparelli d'Azeglio (Saggio teorico di diritto naturale), Matteo Liberatore (Della conoscenza intellettuale), G.M. Cornaldi, il domenicano T.M. Zigliara, F. Battaglini che fondò a Bologna l'Accademia tomistica, il canonico napoletano G. Sanseverino fondatore della rivista "Scienza e Fede" (1840) e dell'Accademia di filosofia tomistica (1846), monsignor S. Talamo, il cardinale Giuseppe Pecci, fratello di Leone XIII. Il movimento ricevette una sanzione ufficiale nel 1879 da parte della Chiesa con l'enciclica Aeterni Patris di Leone XIII, che sollecitò l'introduzione nell'insegnamento cattolico dei maestri della Scolastica, in particolare di Tommaso d'Aquino. Così il Tomismo fu riconosciuto come la filosofia delle scuole ecclesiastiche. Nel 1880, per iniziativa di G. Corradi, venne fondata l'Accademia romana di San Tommaso e l'Aquinate fu dichiarato patrono delle scuole cattoliche. Nel 1889 nacque l'Istituto Superiore di filosofia Leone XIII presso l'università cattolica di Lovanio che, guidato dall'abate D. Mercier, condusse una energica lotta contro il Positivismo, soprattutto attraverso le pagine della "Revue néoscolastique" fondata nel 1894 e divenuta successivamente "Revue philosophique de Louvain". Nel 1909, per iniziativa di padre Agostino Gemelli, venne fondata a Milano la "Rivista di filosofa neoscolastica" che, cercando di opporsi costruttivamente all'Idealismo e di arricchire il Tomismo con una problematica volta a soddisfare le esigenze della spiritualità moderna, diede nuovo vigore alla N. italiana. Nel 1921 nacque l'Università Cattolica del Sacro Cuore dove, accanto a padre Gemelli, operarono F. Olgiati, E. Chiocchetti, G. Zamboni, G. Bontadini, A. Masnovo. Negli anni seguenti, dopo che nel 1924 Pio XI con l'enciclica Studiorum Ducem aveva ribadito l'obbligo e la fecondità dello studio del Tomismo nelle scuole ecclesiastiche, sorsero, in tutto il mondo, università cattoliche, tra cui quella di Friburgo (Svizzera), Nimega (Olanda), Washington, Toronto. In Italia furono creati il Collegio Alberoni di Piacenza, l'Aloisianum di Gallarate, l'Università Gregoriana di Roma, quella di San Tommaso, la Lateranense e quella di Propaganda Fide. Un nuovo richiamo al Tomismo provenne nel 1950 da Pio XII con l'enciclica Humani generis. Le personalità di maggior rilievo della N., oltre agli italiani Gemelli, Olgiati, Masnovo, Padovani, Bontadini, Vanni-Rovighi, sono quelle di Maritain, Mercier, Gilson, Grabmann, De Wulf, Noël, Pelster. I neotomisti affermano che nel loro realismo trovano comprensione, soluzione e valorizzazione le istanze più vive dell'anima contemporanea: dalla trascendenza che non viene postulata, ma razionalmente dimostrata, al problematicismo non distrutto dalla dottrina degli eterni problemi e della eterna verità, poiché questa è sempre aperta a nuovi acquisti e a nuove chiarificazioni; allo storicismo, visto nella costante unione di verità e di storia, nel continuo arricchimento e chiarificazione del vero; allo scientismo che vede riconosciuta la distinzione tra scienza e filosofia; al valore degli atti umani, personali e liberi, che solo una dottrina razionale della trascendenza può valorizzare; all'ansia esistenzialistica della persona, perché solo il realismo può comprendere il vero valore delle angosce e dei dolori.