Periodo preistorico compreso tra il Paleolitico e l'Età dei Metalli,
caratterizzato da notevoli progressi nella tecnica di lavorazione delle pietre e
da importanti mutamenti nei sistemi di vita delle genti. Il primo importante
fattore fu l'inizio dell'addomesticamento e dell'allevamento di bovini, ovini e
caprini, dai quali l'uomo cominciò a ricavare latte, carne, pellame;
all'allevamento corrispose, come diretta conseguenza, la trasformazione della
società da nomade a sedentaria e la costruzione di villaggi costituiti da
capanne di forma ovale, rotonda o quadrata. Favorita anche dalle mutate
condizioni climatiche, in particolare nella regione cosiddetta della
mezzaluna fertile, compresa tra Mediterraneo orientale e Golfo Persico,
comparve anche la coltivazione di alcune piante, in particolare di cereali come
il
Triticum dicoccum. L'agricoltura passò dalle prime elementari
forme a tecniche sempre più complesse, avvalendosi anche della
fabbricazione di nuovi più adatti utensili, come le zappe, i falcetti, le
macine, i vomeri. Tra le altre importanti acquisizioni del
N. vanno
segnalate l'invenzione della ceramica, utilizzata soprattutto nella
fabbricazione di oggetti per la conservazione e la cottura del cibo; la filatura
e la tessitura, che si servirono delle fibre ricavate dagli animali, ma anche di
fibre vegetali; il grande sviluppo della navigazione, che favorì gli
scambi dei prodotti e la diffusione di tecniche, riti, culti, usanze. Durante il
N. si svilupparono numerose culture, la cui diffusione avvenne secondo
direttrici diverse, determinando correnti chiaramente individuabili. La corrente
mediterranea si diffuse dai Paesi delle regioni mediterranee orientali alle
coste dell'Africa settentrionale fino alle coste mediterranee dell'Europa: sorse
così la cultura della ceramica in Puglia, in Sicilia, sulle coste della
Liguria, e ad esse fecero seguito le culture di Matera, di Capri, di Ostuni, di
Serra d'Alto, di Diana. Alla corrente danubiana appartennero culture che si
irradiarono nella regione del Danubio e dei suoi affluenti e che gli studiosi
distinguono nei due grandi gruppi della cultura della ceramica a bande e della
ceramica a punzone. Altre correnti furono quella balcanica (culture di Sesklo,
Cris, Starcevo) e quella del
N. occidentale (cultura di Chassey in
Francia, di Lagozza in Italia, di Cortaillod in Svizzera). Diverse sono le
teorie che spiegano il verificarsi di tali progressi e la fondamentale
trasformazione dell'uomo da raccoglitore-cacciatore a produttore del proprio
cibo: V.G. Childe attribuì l'insorgere di tali processi di cambiamento
alla trasformazione del clima e al conseguente inaridimento dei terreni, che
costrinse l'uomo a trovare nuove forme di sussistenza; secondo R.J. Braidwood il
fattore scatenante fu la sempre maggiore specializzazione delle comunità,
grazie alla quale l'uomo poté basarsi su una conoscenza precisa
dell'ambiente in cui viveva; L.R. Binford spiegò i progressi del
N. con la crescente pressione demografica, che spinse l'uomo a cercare
nuove e più adeguate tecniche per il reperimento del cibo, divenuto
altrimenti insufficiente.