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Neocriticismo). Termine con cui vengono definite le correnti, le
posizioni e gli indirizzi filosofici che, nella seconda metà del XIX sec.
e nella prima metà del XX sec. si richiamavano a Kant, affrontando
problematiche e sviluppando temi caratteristici del pensiero kantiano. Vengono,
inoltre, considerati neocriticisti quei filosofi e quelle correnti di pensiero
che, condividendo l'approccio kantiano, concepiscono la filosofia come una
critica dei procedimenti offerti dall'esperienza. I neocriticisti si
contrappongono, sia all'Idealismo tedesco, che trova in Hegel il suo massimo
esponente, sia al Positivismo, il cui caposcuola è Comte. Naturalmente, i
pensatori neokantiani non circoscrivono l'ambito delle loro riflessioni a quello
del maestro; tuttavia, essi mantengono un approccio di critica costruttiva nei
confronti della filosofia kantiana. Lo studioso della percezione visiva H. von
Helmholtz, per esempio, pur ritenendo insufficiente una pura indagine
fisiologica, che non tenesse conto della problematica dell'
a priori e
dell'elemento trascendentale kantiani, rifiutò la concezione della
geometria proposta da Kant, in quanto fondata sulla base degli assiomi euclidei,
mentre nel frattempo si erano sviluppate le geometrie non euclidee. In ogni
caso, Helmholtz ritenne opportuno ritornare a Kant allo scopo di superare la
profonda frattura venutasi a creare, sotto l'influenza dell'Idealismo hegeliano,
tra scienze della natura e scienze dello spirito. Il recupero della filosofia
kantiana fu propugnato anche da E. Zeller, nel suo volume
Sul significato e
sul compito della gnoseologia (1862), e da O. Liebmann nell'opera, divenuta
il manifesto del
N.,
Kant e gli epigoni (1865). Una serrata
critica del dogmatismo materialista, fondata su un impianto tipicamente
kantiano, e la riproposizione della tematica dell'inconoscibilità delle
cose in sé sono contenute nell'importante libro di F.A. Lange, intitolato
Storia del Materialismo (1866). Lange tentò anche di conciliare
una concezione meccanica della natura con una visione ideale della
realtà, intendendo con ciò salvare l'indipendenza della scienza e,
contemporaneamente, riconoscere l'insufficienza di una spiegazione
esclusivamente scientifico-materialistica del mondo. In altre parole, Lange, pur
riconoscendo legittimo il punto di vista delle scienze, affermò che esse
non potevano fornire alcuna indicazione normativa, né spiegare
interamente la ragione della propria validità. È dall'interno
della scienza, secondo Lange, che sorge la necessità di trascendere la
scienza stessa, per una interpretazione esaustiva della realtà e per una
ricerca dei valori ultimi. Legati al
N. si possono considerare sia gli
studi psicologici di F. Brentano (che considerò i dati psichici come dati
immediati e quelli fisici come derivati), sia quelli di W. Wundt, che
sviluppò il pensiero di Brentano, tracciando una distinzione tra fatti
fisici e fatti psichici, che lo portò a considerare gli elementi della
conoscenza come processi psichici anteriori. In virtù di queste
considerazioni, secondo Wundt, i tre gradi dello spirito, percezione,
intelletto, ragione, risultavano non forme diverse, ma forme progressive della
stessa attività dello spirito. Nel Novecento, in Germania, il
N.
si sviluppò principalmente attraverso due scuole di pensiero: quella del
Baden e quella di Marburgo. Gli esponenti più significativi della prima
furono certamente W. Windelband e E. Rickert, che ribadiscono la totale
alterità tra la sfera scientifica e la sfera dei valori. I maggiori
rappresentanti della scuola di Marburgo sono H. Cohen, P. Natorp e E. Cassirer.
A questa corrente neokantiana, e particolarmente alle riflessioni proposte da
Cohen, fu collegato il socialismo neokantiano, che si proponeva di riformare il
Materialismo storico attraverso l'etica kantiana. La personalità
intellettuale più rilevante, che fa capo al socialismo neokantiano,
è quella di K. Vorlander, autore degli importanti volumi
Kant e il
socialismo (1900) e
Kant e Marx (1911). Nell'ambito del pensiero
neokantiano rientrano anche intellettuali come A. Spir, G. Simmel e H.
Vaihinger. Tra i filosofi francesi che seguono un indirizzo di ricerca di
carattere neokantiano, una posizione di primo piano occupano rappresentanti
dello "spiritualismo" come C. Renouvier, J. Lachelier, E. Boutroux.