Corrente artistica e letteraria, sorta tra il Settecento e l'Ottocento, tendente
a rivalutare le forme dell'architettura gotica. Fiorì in Inghilterra,
dove alla sopravvivenza degli elementi gotici (
gothic survival) si
affiancò un recupero consapevole e critico di tali forme (
gothic
revival). Tra le realizzazioni più importanti dello stile neogotico
inglese si possono citare la Strawberry Hill, imponente complesso che H. Walpole
si fece costruire vicino a Londra a partire dal 1759, e Fonthill Abbey
(1790-1813), il grande complesso pseudomonastico voluto da W. Beckfod e creato
da J. Wyatt. Dall'Inghilterra il
N. di diffuse in Germania (la Gotisches
Haus voluta dal duca L. Franz di Anhalt a Worlitz) e nel corso dell'Ottocento
divenne una vera e propria corrente etica, estetica e sociale. A.W. Pugin
anticipò le tesi neogotiche di W. Morris e J. Ruskin, pubblicando i
Contrast (1836), dove affermò l'esigenza di richiamarsi anche al
contenuto religioso delle forme gotiche e, in polemica con i classici,
ribadì la superiorità delle forme gotiche rispetto alla
classicità, istituendo un paragone con il predominio del cristianesimo
sulla religione pagana. Pugin ribadì inoltre la necessità di
un'intima coesione tra opera e moralità dell'autore e sostenne il ritorno
alla società medioevale per riformare quella vittoriana. A tali concetti
si rifece in particolare W. Morris che, opponendosi alla società
contemporanea, ne mise in rilievo i limiti estetici ed etici. In Francia
l'architetto Viollet-le-Duc ripropose il Gotico come modello di
razionalità strutturale, essenziale anche per lo sviluppo della
architettura moderna. In Italia il
N. non ebbe invece grande sviluppo: si
possono ricordare la chiesa di Santa Maria delle Grazie nel quartiere della
Vaccheria a San Leucio presso Caserta, degli inizi dell'Ottocento; l'abbazia di
Altacomba e il castello di Pollenzo, in Piemonte, di E. Melano; la Margheria di
Racconigi di P. Palagi; il duomo di Biella di A. Marandono.