Scrittore ungherese. Laureatosi in Medicina e Filosofia, fu tra gli animatori
della rivista "Nyugat" (Occidente), quindi direttore e redattore unico di
"Tanú" (Testimonio). Durante i primi anni della seconda guerra mondiale
fu direttore di "Radio Budapest" e promosse un programma di cultura per
l'educazione del Paese. Tra il 1945 e il 1953 si ritirò ad insegnare in
un ginnasio di provincia per sperimentare alcune forme nuove di insegnamento.
Vicino alle teorie di Spengler e Ortega y Gasset, caposcuola del movimento degli
scrittori populisti, propose un socialismo privato dei suoi elementi marxisti.
Scrisse a questo proposito una serie di saggi e di articoli tra cui ricordiamo:
Gli Ungheresi e l'Europa (1935),
In minoranza (1939),
Ritmo
ungherese (1940),
Congregazione (1941),
La missione degli
intellettuali (1943). Come narratore
N. presentò un quadro
realistico del ceto medio e degli intellettuali ungheresi in varie opere,
fondendo le caratteristiche del romanzo realista e di quello psicologico; si
ricordano la trilogia sul contadino Peter Jò (
Partenze
settembrine, 1937;
La sagra del sobborgo, 1939;
Mercoledì
si riceve, 1940) e alcuni romanzi (
Una vita coniugale, 1948;
Peccato, 1954;
Eszter Egetò, 1956;
Lutto, 1957;
Pietà, 1965). Scrisse inoltre i drammi storici
Galileo e
Giuseppe II e tradusse Tolstoj e Shakespeare (Nagybánya, Romania
1901 - Budapest 1975).