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Naïf.

Voce francese: ingenuo, schietto, senza artificio. ● Arte - Arte n.: forma di pittura propria di artisti che, privi di preparazione tecnica, raggiungono istintivamente risultati di grande immediatezza espressiva e originalità, con rappresentazioni che presuppongono sollecitazioni emotive e non moventi di tipo estetico-culturali. I pittori n. non costituiscono una vera e propria scuola, anche se si caratterizzano per la semplicità ed eleganza delle loro figurazioni che hanno per oggetto aspetti comuni della realtà, trasfigurati attraverso un colorismo brillante. Per la loro adesione al reale e per la semplicità delle loro espressioni, sono stati accomunati all'arte popolare e definiti "neoprimitivi": tuttavia si deve presupporre una dimensione artigianale e tradizionale che limita l'espressione esclusivamente individuale, così come il concetto di "primitivo" appare un anacronismo spazio-temporale. L'estrazione sociale modesta e una visione personale del mondo, poetica e magica, caratterizzano i diversi esponenti di quest'arte. Comparsa alla fine del XIX sec., e inizialmente sottovalutata dalla critica, l'arte n. si rivelò attraverso le opere di Henri Rousseau (1844-1910), detto il Doganiere per la sua precedente attività; tra le sue opere, che riscossero l'ammirazione di scrittori e poeti come Apollinaire, Jarry, Cocteau, e pittori come Matisse, Picasso, Kandinskij, si ricordano La guerra (1894), La zingara addormentata (1897), Nozze in campagna (1905), Incantatrice di serpenti (1907), Il sogno (1910). Nel 1937 fu tenuta a Parigi la prima grande esposizione ufficiale dedicata all'arte n., intitolata "I maestri popolari della realtà": vi erano rappresentati, oltre a Henri Rousseau, Louis Vivin, impiegato delle poste, Camille Bombois, ex pastore, lottatore e operaio, André Bauchant, ex giardiniere, Dominique Peyronnet, tipografo, Séraphine, domestica. Dal 1966 è stata istituita una triennale d'arte n. a Bratislava. In Italia si ricordano, fra gli altri, A. Ligabue, O. Metelli, R. Viva, B. Pasotti, G. Covili, A. Ruggeri. Con le sue caratteristiche di spontaneità e di candore, l'arte n. trova un rapporto diretto con l'antica arte popolare specialmente nei Balcani, dove il passato, con le case rurali e i caratteristici oggetti dell'artigianato, è ancora attuale: la scuola jugoslava annovera, fra gli altri, pittori come I. Generalič, I. Rabuzin e I. Lackovic. Notevole importanza nella scuola statunitense hanno G. Moses e M. Hirshfield. Per la sua capacità di rappresentare i valori simbolici e trascendenti della realtà rispondendo, nel contempo, a bisogni di semplicità e di nitore che l'arte tradizionale non sempre riesce a soddisfare, l'arte n. ha acquisito una collocazione stabile all'interno dell'arte contemporanea.
Henri Rousseau: “L'incantatrice di serpenti” (Parigi, Jeu de Paume)